I lipidi, comunemente chiamati grassi, sono molecole con cui abbiamo a che fare ogni giorno.
Infatti, insieme a carboidrati e proteine, rientrano nel gruppo dei macronutrienti, cioè di quelli che sono i mattoni che partecipano alla costituzione della struttura del nostro organismo, nonché al suo sostegno.
In più, rispetto a carboidrati e proteine, sono i nutrienti a più alto valore energetico: un grammo di lipidi apporta 9 kcal (carboidrati e proteine solo 4 kcal/g).
Ogni singola cellula del nostro organismo contiene lipidi, che possiamo trovare in varie forme.
Le membrane cellulari, che separano il mondo interno della cellula da quello esterno, sono costituite da un doppio strato di fosfolipidi, piccole molecole di natura grassa, formate da una “testolina” e da due code, grazie ai quali avvengono gli scambi di sostanze e nutrienti tra i diversi ambienti cellulari.
Inoltre, troviamo, sempre a livello delle membrane cellulari, un’altra molecola, per di più molto famosa, appartenente alla famiglia dei lipidi: il colesterolo.
Grazie alla sua presenza, le membrane cellulari restano stabili, e allo stesso tempo flessibili, e questo consente che il mondo all’interno della cellula resti ben separato e comunque in comunicazione funzionale con l’esterno.
Il colesterolo è anche parte integrante della bile, prodotta nel fegato, che partecipa al processo digestivo.
I lipidi, inoltre, permettono il trasporto di alcune sostanze tra i vari distretti dell’organismo, vanno a costituire la struttura di alcuni ormoni e in più consentono l’assorbimento delle vitamine liposolubili (vitamine A, D, K ed E).
Insomma, è chiaro come i lipidi rendano possibile la vita in sé, entrando a far parte degli ingranaggi funzionali di un perfetto meccanismo, quale è l’organismo umano.
I lipidi nell’alimentazione
Nonostante questo, i lipidi non sempre vengono visti di buon occhio, dato che a volte si fa fatica a inserirli in una dieta ritenuta “sana”.
Ma attenzione!
Se non si apporta la giusta quantità giornaliera di lipidi, si può andare in contro a stati di carenza nutrizionale, capaci di mettere “in crisi” l’intero organismo.
Prima, però, facciamo una distinzione.
I lipidi che si assumono con l’alimentazione possono essere divisi in acidi grassi saturi e acidi grassi insaturi.
La differenza, oltre che nel nome, sta soprattutto nella struttura chimica, e quindi anche nelle proprietà che queste molecole apportano alla salute.
Gli acidi grassi saturi
Gli acidi grassi saturi sono per lo più di origine animale, e li troviamo, a temperatura ambiente, soprattutto in forma solida.
La catena di atomi di Carbonio, che ne va a costituire la struttura, è caratterizzata dalla presenza di legami singoli.
Quando abbiamo l’unione per mezzo di una molecola di glicerolo di tre catene carboniose, tutte “sature”, abbiamo come risultato i trigliceridi.
I principali alimenti in cui possiamo trovarli sono:
- Carni particolarmente grasse;
- Burro e strutto;
- Formaggi, soprattutto quelli più stagionati.
Possiamo trovare gli acidi grassi saturi anche in alcuni alimenti di origine vegetale, come l’olio di palma e l’olio di cocco.
Gli acidi grassi insaturi
Gli acidi grassi insaturi, invece, sono caratterizzati dalla presenza, nella catena carboniosa, di legami doppi, che consentono a queste molecole di mantenere una struttura liquido-viscosa a temperatura ambiente.
Infatti, per fare un esempio pratico, possiamo mettere a confronto lo stato in cui si presenta l’olio extra-vergine d’oliva (liquido, appunto) e il classico burro, che troviamo in forma solida, se non quando lo sciogliamo utilizzando alte temperature.
Lipidi e salute
È ormai risaputo che:
gli acidi grassi saturi, assunti in quantità eccessive, sono dannosi per la salute.
Infatti, come si evince in un interessante studio scientifico1, gli acidi grassi saturi sono pro-infiammatori, e si è visto come vadano ad influire in modo significativo sull’andamento delle principali malattie metaboliche, che affliggono la popolazione di oggi, come il diabete di tipo 2 o l’obesità (per citarne qualcuna).
Inoltre, gli acidi grassi saturi sono considerati aterogeni.
Cosa vuol dire?
In parole semplici, vuol dire che sono in grado di impattare in maniera importante sulla formazione di ostruzioni all’interno dei vasi sanguigni, ostacolando il normale corso del flusso del sangue, come si evince da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Reviews Cardiology2.
Secondo questo studio, tutta questa storia è legata al fatto che gli acidi grassi saturi, se consumati in grandi quantità, influenzano negativamente l’azione delle cellule T, cellule immunitarie implicate nel processo di infiammazione.
La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha redatto delle linee guida (i LARN), valide a livello nazionale, nelle quali vengono indicati i livelli di assunzione giornaliera dei nutrienti, da prendere come riferimento dalla popolazione italiana.
Secondo questo documento, è bene che l’alimentazione di un adulto sia composta per il 20-30% dalla quota lipidica.
Ovviamente, però, c’è da fare un distinzione anche in questo caso.
I LARN indicano di mantenere al di sotto del 10% la quota di energia derivata dall’alimentazione giornaliera con l’assunzione di grassi saturi.
Di contro, per quanto riguarda gli acidi grassi insaturi, è stato messo in luce quanto siano benefici per la nostra salute.
Nello stesso studio1 preso in esame in precedenza, è stato evidenziato come gli acidi grassi insaturi abbiano proprietà anti-infiammatorie, agendo totalmente al contrario rispetto alla loro controparte più “cattivella”.
Omega 3 e Omega 6
Gli Omega 3 e gli Omega 6 appartengono al grande gruppo degli acidi grassi insaturi.
Il loro nome deriva dalla particolare posizione in cui troviamo il primo doppio legame all’interno della catena carboniosa, iniziando a contare dal Carbonio (per i fanatici della chimica: il Carbonio del gruppo metilico, CH3) chiamato, appunto, Omega:
- Negli Omega 3 troviamo il primo doppio legame sul III atomo di Carbonio;
- Negli Omega 6 troviamo il primo doppio legame sul VI atomo di Carbonio.
Dopo questa piccola digressione “chimica”, scopriamo cosa sono questi Omega e le proprietà che possono apportare al nostro organismo.
Gli Omega 3 e gli Omega 6 sono definiti grassi “essenziali”.
Questo perché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli da sé e, dunque, risulta “essenziale” assumerli con la dieta giornaliera.
Le principali fonti di Omega 3 sono:
- Pesce azzurro;
- Piccoli crostacei, come il krill;
- Semi oleosi (es. semi di Chia, semi di Girasole, semi di Lino, ecc.).
Possiamo trovare, invece, gli Omega 6 in:
- Frutta secca;
- Legumi;
- Semi oleosi (come semi di Girasole).
Per poter beneficiare il più possibile delle proprietà di questi grassi essenziali, secondo quanto riportato sui LARN della SINU, il rapporto ideale che bisognerebbe soddisfare è 4:1, per quanto riguarda, rispettivamente, l’assunzione di Omega 6 e Omega 3.
Se, in linea generale, facciamo in modo da mantenere la nostra alimentazione equilibrata, scegliendo a prescindere gli acidi grassi insaturi, a scapito di quelli saturi, la nostra salute ci ringrazierà.
Infatti, come si può leggere in un articolo scientifico3, pubblicato nel 2021, l’introduzione di Omega 3 e Omega 6 nella dieta, è associata ad una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e altre malattie croniche, associate ad un elevato grado di infiammazione.
L’importanza di integrare gli Omega 3
La nostra alimentazione, prendendo come riferimento la Dieta Mediterranea, è solitamente costituita da buone fonti di Omega 6.
Al contrario, per quanto riguarda la quota di Omega 3, la nostra alimentazione risulta esserne sostanzialmente carente, infatti mediamente si stima che il rapporto fra Omega 6 e 3 sia di oltre 10:1; ecco perché è importante privilegiare proprio l’integrazione solo degli Omega3!
Per fare in modo di apportare in maniera costante, una dose ideale di acidi grassi essenziali Omega 3, possiamo prendere in considerazione l’idea di assumere degli integratori alimentari, che ne possano rappresentare una fonte valida.
Salugea ha formulato Omega 3 Krill Oil, a base di olio di Krill.
Il Krill è un piccolo crostaceo dell’Antartico, il cui olio risulta essere naturalmente ricco di Astaxantina e Colina, oltre che di Omega 3 ovviamente. Questi ultimi poi sono in forma di fosfolipidi, altamente assimilabili dall’organismo, al contrario degli omega3 da pesce che sono in forma di trigliceridi, molto meno biodisponibili.
In particolare, la Colina favorisce l’equilibrio dei grassi nel sangue, contribuendo in generale al benessere cardio-vascolare.
Inoltre, Omega 3 Krill Oil è a base di attivi 100% naturali e non lascia retrogusto di pesce.
Una gioia per il tuo benessere e anche per il tuo palato!
Lipidi e colesterolo
Dagli Omega 3 e 6 passiamo al famigerato Colesterolo.
Appartenente anche lui alla famiglia dei lipidi, il Colesterolo è una molecola molto importante per l’intero organismo.
È parte integrante delle membrane cellulari e, inoltre, è il punto di partenza per la sintesi degli ormoni steroidei, tra i quali troviamo per esempio il testosterone e gli estrogeni (ormoni sessuali rispettivamente maschili e femminili).
Il nostro organismo è in grado di sintetizzare autonomamente il colesterolo di cui ha bisogno, andando a costituire il colesterolo endogeno, sintetizzato nel fegato.
Anzi, c’è di più! La quota di colesterolo endogeno rappresenta ben l’80% del colesterolo totale che troviamo nel nostro organismo.
Possiamo ovviamente introdurre il colesterolo anche con la dieta, sottoforma, appunto, di colesterolo esogeno.
Le linee guida della SINU raccomandano un’assunzione giornaliera di colesterolo che sia al di sotto dei 300 mg, proprio per garantire che questa sostanza rimanga in equilibrio all’interno del sangue, considerando che il nostro organismo ne ha già una scorta, “autoprodotta”.
Il colesterolo si muove all’interno del sangue, sottoforma di lipoproteine, che fanno da chauffeur a questa sostanza, che deve arrivare a tutte le cellule dell’organismo.
Quando queste lipoproteine sono particolarmente ricche di colesterolo e trigliceridi, prendono il nome di LDL.
Ci suona per caso familiare? Esatto, è il nome più “tecnico” di quello che comunemente viene definito “colesterolo cattivo”.
Al contrario, quando le lipoproteine hanno una quota esigua di colesterolo e piuttosto abbondano di proteine, sono chiamate HDL, meglio conosciuto come “colesterolo buono”.
Ti chiederai: perché “buono”?
Perché, come riportato dal Ministero della Salute Italiano, nelle Linee guida per la prevenzione dell’aterosclerosi, valori medio-alti di colesterolo HDL nel sangue sono associati ad una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.
Favorire l’equilibrio dei lipidi in modo naturale
Abbiamo già accennato al fatto che la percentuale maggiore del colesterolo presente nel nostro organismo è rappresentata dalla quota endogena, cioè quella che l’organismo sintetizza autonomamente.
A volte, può capitare che il nostro organismo “perda l’ago della bussola” e che non riesca ad autoregolarsi nella sintesi del colesterolo.
In questi casi si va incontro ad un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, portando ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
Oltre che con una attività fisica adeguata e costante e con una sana e corretta alimentazione, in cui la quota lipidica è rappresentata soprattutto da acidi grassi insaturi, possiamo favorire l’equilibrio dei lipidi nel sangue scegliendo un integratore alimentare, che sia di qualità e che abbia ingredienti 100% naturali.
Salugea ha formulato Liposan Forte Nuova Formula, a base di estratti vegetali, come l’Aglio stagionato, che vanno a favorire l’equilibrio di colesterolo e trigliceridi nel sangue, oltre che a sostenere una buona funzionalità epatica.
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