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Quanti tipi di memoria hai?

Quante memorie hai!? No, non stiamo parlando di schede di memoria della macchina fotografica o del telefonino. Qui parliamo di testa e in particolare della tua memoria o meglio di memorie.

Sì, perché tu, come tutti noi sei dotato di diversi tipi di memoria e ognuno ha dei compiti ben precisi. In questo articolo parleremo:

Ehi, un secondo! Quanta fretta! Ricorda che puoi fare tua la nostra guida gratuita alla memoria. È un manuale in cui ci addentriamo nei meandri della mente e scopriamo cosa succede alle tue meningi quando ti sforzi di portare alla luce i ricordi. Forte, vero?

Cos’è la memoria

Hai mai visto il film della Disney, Inside Out? Se te lo sei perso ti consigliamo di vederlo. Al di là del cartone, l’immagine che i disegnatori hanno dato della memoria è straordinaria. La memoria viene vista come un enorme spazio in cui vengono collocati, in maniera sempre ordinata e precisa tutti i ricordi di ciò che hai fatto, imparato, detto, visto e sentito.

Tutti questi ricordi sono delle sfere che, all’occorrenza, tornano a farsi vedere e soprattutto sentire. E il bello è che anche nella realtà è così! Sì, è vero, probabilmente non abbiamo la testa piena di sfere che possono rotolare a loro piacimento (sai che casotto quando giri la testa velocemente?) ma tutto quello che hai fatto nel passato irrompe sempre nel tuo presente e ti influenza.

Non ci credi? Secondo te perché prima di attraversare la strada guardi da una parte e dall’altra? O ancora, perché sai che per andare in bicicletta devi pedalare di continuo e quando rallenti mettere, almeno, un piede in terra? Tutto quello che sei dipende dalla tua memoria e da quello che ha imparato nel corso della vita.

Ora che abbiamo capito un po’ meglio come è strutturato questo enorme magazzino, vediamo di capire come è diviso.

Quanti tipi di memoria esistono

Sei un tipo pratico e sappiamo che ti piace andare subito al sodo. Bene, sei accontentato. Esistono 3 + 2 tipi di memoria.

E qui la faccenda è come all’inizio, se non più ingarbugliata. Prima non sapevi il numero, adesso che ti viene rivelato, è scritto come un codice segreto. Vediamo di capire meglio.

Partiamo da quel +2 finale. La memoria può essere esplicita e implicita.

Memoria esplicita

La memoria esplicita è quella che comprendiamo meglio. Grazie a questa memoria puoi ricordare consciamente quel preciso evento, che si è verificato in dato momento e in un preciso luogo. Questa memoria si manifesta quando richiami alla mente dei ricordi volontariamente.

Memoria implicita

Al contrario, la memoria implicita è quella in cui una persona ricorda inconsciamente vari tipi di informazione, ad esempio come si cammina, come si colpisce una palla da calcio…È la memoria delle abilità.

Un fatto interessante è che questa memoria si può “alimentare” con la pratica e che il miglioramento di quel compito avverrà senza il ricordo conscio delle esperienze che hanno portato a raggiungere quei risultati.

Sopracciglio alzato e testa inclinata per questo concetto? Leggi questo esempio e in un attimo sarà tutto più chiaro. Prendi un calciatore. Da piccolo ha imparato come si da un calcio a un pallone e nel corso degli anni ha migliorato sempre di più quel calcio fino a farlo diventare perfetto. Nel momento in cui tirerà il colpo perfetto (e quindi mostra la sua abilità) lo farà e basta, senza ricordare tutti i giorni in cui si è allenato e che lo hanno portato a quel miglioramento.

Lo stesso discorso avviene per le parole e per i concetti che hai. In particolare, su quest’ultimo punto si basano le teorie degli psicologi per cercare di spiegare il pregiudizio. L’idea alla base è che anche una persona di buone intenzioni, può immagazzinare delle informazioni concettuali implicite negative riguardo un’altra persona o un gruppo sociale e che quando si troverà di fronte a questi individui, se non hanno dei ricordi espliciti possano farsi “guidare” da quello che hanno appreso implicitamente.

Sono questi i casi in cui la memoria si esprime in modo implicito. E adesso, occupiamoci di quel 3 che era rimasto in sospeso e che riguarda: memoria sensoriale, memoria a breve termine (chiamata anche memoria di lavoro) e memoria a lungo termine.

Guida Cos'è la Memoria

Memoria sensoriale

Le informazioni che provengono dal mondo esterno vengono letteralmente catapultate in questa memoria che ha tre caratteristiche principali:

  1. Ampiezza: è un magazzino enorme e specifico per ogni organo di senso. Ad esempio il magazzino della vista contiene tutte le informazioni che colpiscono gli occhi;
  2. Temporaneità: le informazioni in questi magazzino restano per pochissimo tempo. Da pochi decimi di secondi (per il magazzino visivo) a pochi secondi per il magazzino uditivo e sensoriale.
  3. Passaggio: di tutte le informazioni che colpiscono i nostri organi di senso, tu decidi di dare importanza solo ad alcune. Queste privilegiate passano nelle memoria a breve termine

Memoria a breve termine

Passiamo al secondo livello della memoria, quello a breve termine. In questa memoria, abbiamo detto, vanno tutte le informazioni che hanno catturato l’attenzione dei nostri sensi … o meglio non proprio tutte.

Questa memoria infatti ha un capacità limitata e si dice, tecnicamente parlando, che ha +/- 7 chunk di memoria. Lasciando perdere i termini tecnici quello che vogliamo dirti è che in questo spazio ci stanno da un minimo di 5 a un massimo di 9 informazioni per volta.

Uno dei test più usati per indagare questa capacità di memoria è quello chiamato “span di numeri”. In questo esperimento alla persona vengono presentati una serie di numeri. Una volta che lo sperimentatore finisce di elencare la serie, alla persona viene chiesto di ripetere i numeri che si ricorda.

In media le persone si ricordano sette o otto elementi. E il bello è che questo numero non è legato al tipo di oggetti presentati. Ci ricordiamo +/- 7 elementi anche se nell’elenco erano presenti lettere, animali, città…

Oltre alla capacità di elementi che può contenere, la memoria a breve termine è chiamata in questo modo perché le informazioni restano a disposizione per un tempo limitato. Ovvio, non stiamo parlando di millesimi di secondo come nella memoria sensoriale, ma se le informazioni non vengono ripetute o ripassate andranno perse.

Interessante questa memoria vero? Pensa che il bello viene ora. Allo stesso livello di questa memoria c’è un’altra memoria che è stata “identificata” agli inizi degli anni ’90. È la memoria di lavoro.

E va bene, di questa non ne avevamo accennato neanche nei numeri ma dai, concedici il gusto di farti una sorpresa. Questa memoria lavora assieme alla memoria a breve termine e abbiamo preparato un esempio che te la farà capire in un lampo.

Memoria di lavoro

Immagina la scena: hai perso le chiavi della macchina. A parte le varie imprecazioni per quello che è successo, inizierai una ricerca forsennata per ritrovarle e spremerai al massimo le meningi per cercare di capire dove si è cacciato quel piccolo mazzo. (il fatto che probabilmente sei in ritardo per andare da qualche parte l’abbiamo tralasciato … è un classico troppo scontato :)).

Per svolgere questo compito hai bisogno di tenere attivo l’obiettivo nella memoria a breve termine (trovare le chiavi) e nello stesso tempo pensare a dove poter guardare. La lista dei posti in cui hai cercato le chiavi, senza successo, si aggiornerà continuamente per evitare di farti tornare nuovamente in quel posto.

Eccola qua: la memoria di lavoro è quella lista che si aggiorna in continuazione. È un sistema di memoria che lavora ogni giorno parallelamente alla memoria a breve termine, a quella a lungo termine e a tutti gli altri sistemi motori e sensoriali.

La cosa ancora più bella è che questa memoria, non è influenzata dai sensi esterni o dalle informazioni che arrivano dal mondo esterno. È una memoria temporanea in cui emergono informazioni che in quel momento non sono disponibili ai sensi (a te viene in mente di cercare in cucina, quando puoi essere in salotto) ma che sono fondamentali per raggiungere il tuo obiettivo.

Quindi possiamo dire che la memoria a breve termine e la memoria di lavoro hanno il compito di immagazzinare i contenuti per un breve periodo e, allo stesso tempo, essere uno spazio di lavoro.

C’è un altro compito che questa memoria svolge e che ha in comune con la memoria sensoriale: essere un passaggio verso la memoria a lungo termine.

Memoria a lungo termine

La memoria a lungo termine è il capolinea delle informazioni. In questa memoria trovi tutti i tuoi ricordi. Da cosa hai mangiato ieri a pranzo a quando hai dato il primo bacio o la prima volta che sei andato in bicicletta. Insomma è il tuo archivio personale.

Questa memoria è la più articolata e studiata perché è a doppia via. Non solo è il magazzino delle informazioni. È anche il luogo del recupero dei ricordi.

Il vero protagonista di questa memoria è l’ippocampo, detto anche lo “smistatore”. Ti ricordi l’esempio delle sfere di memoria che vengono collocate sugli scaffali? Ecco l’ippocampo ha, tra i suoi ruoli, proprio questo compito. E lo smistamento è fatto secondo una logica precisa perché ci sono 3 scaffali in cui può mettere le sfere:

  1. Memoria episodica: se la sfera riguarda un episodio che ha avuto luogo in uno spazio e tempo ben preciso
  2. Memoria Semantica: sono le sfere che riguardano le conoscenze sulle cose del mondo che non sono legate a uno spazio e tempo preciso. Per esempio sai che il cielo è blu ma non ti ricordi chi te lo ha detto e quando
  3. Memoria autobiografica: quando le sfere riguardano aspetti personali della tua vita sia passata che futura (ad esempio, domani ti devi ricordare l’appuntamento dal dentista)
  4. Memoria procedurale: sono le sfere dei processi, ad esempio come si guida la macchina o come si fa una torta

Un tipetto ben organizzato questo ippocampo, vero?

Come potenziare tutti i tipi di memoria

L’avresti mai detto che ci sono così tante tipologia di memoria nella tua testa? E pensa che ogni anno i neuro-scienziati scoprono qualcosa di più!

Per potenziare tutti questi tipi di memoria ti puoi affidare agli esercizi di memoria che ti spieghiamo qua, e affidarti ai rimedi naturali che sicuramente ti possono dare una mano ad avere una memoria da elefante.

C’è infine, un ultimo trucco che se usato, può migliorare in un colpo solo tutti i tipi di memoria più o meno direttamente: creare legami significativi.

Quando vuoi imparare qualcosa non limitarti soltanto a ripeterla tante volte nella tua testa. Cerca di dare un significato a quello che fai. Guarda questo esempio. La gente che impara a leggere la musica, deve ricordarsi che le cinque linee del pentagramma si chiamano EGBDF, una sigla che detta così non dice nulla.

Quello che fanno molti studenti americani è trasformare queste lettere in una frase “Every Good Boys Does Fine” (Ogni bravo ragazzo si comporta bene). Queste connessioni aiutano la memoria, perché facilitano il percorso di recupero.

Cerca sempre di lavorare sul significato di quello che studi o leggi. Quanto più approfondita o elaborata è la codifica tanto migliore sarà la memoria e i passaggi tra le memorie.

Dopotutto…se gli elefanti sono diventati famosi per la loro la memoria qualche trucchetto dovranno pure averlo, no?

Cos'è la memoria e come mantenerla brillante

Ultimo aggiornamento il: 02/03/2021

Scritto da:

Dott.ssa Federica De Santi
Naturopata

il

Revisionato da:

Dott. Stefano Censani
Biologo e Naturopata

il 02/03/2021

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