Attualmente stime dell’Istituto Superiore di Sanità valutano che oltre 10,5 milioni di italiani sono fumatori abituali.
Lo stesso I.S.S. stima prudentemente che in Italia sono attribuibili, direttamente od indirettamente, almeno 80’000 morti all’anno a causa del fumo di sigaretta; il 34% (!!!) di essi ha un’età compresa fra 35 e 69 anni.
Il 28,5% dei maschi italiani sono fumatori mentre lo è il 16,6% delle femmine. Questo ultimo dato è in recente rapida ascesa.
Nei paesi sviluppati l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la percentuale di morti per tutti i tumori, attribuibili al fumo di tabacco, varia tra il 25% e il 30%. In pratica quasi 1 decesso per tumore su 3 è indotto o facilitato dal fumo.
In particolare la percentuale di decessi per tumore del polmone dovuti al fumo è circa 90% negli uomini e 70% nelle donne, mentre per i tumori dell’esofago, della laringe e della cavità orale l’effetto attribuibile al fumo di tabacco, sia da solo che in combinazione con il consumo di bevande alcoliche, è di oltre il 50% in entrambi i sessi.
Inoltre, buona parte dei tumori della vescica e del pancreas, e una percentuale minore di tumori del rene, dello stomaco, del colon, della cervice uterina, e della leucemia mieloide sono stati associati all’abitudine al fumo di tabacco.
Il fumo attivo potenzia l’effetto di esposizioni a cancerogeni polmonari nel luogo di lavoro. Questo è molto ben dimostrato per gli esposti ad amianto o a solventi, ma probabilmente vale anche per gli esposti ad altri cancerogeni.
I non fumatori che respirano il fumo prodotto da altri (fumo “passivo“ o fumo involontario), inalano gli stessi cancerogeni dei fumatori attivi, magari ad una dose minore ma sono comunque a rischio tumorale. La maggior parte dei lavori riportati dalla letteratura scientifica sul fumo passivo che valutavano soggetti non-fumatori ma con partner fumatore hanno stimato un aumento del rischio di tumore del polmone tra le persone esposte al fumo passivo.
Una recente meta-analisi statistica sul fumo passivo, dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ha evidenziato un incremento di rischio del 25% nelle donne non-fumatrici e del 35% negli uomini non-fumatori i cui coniugi fumavano.
Quindi il fumo fa male anche a distanza! Questi numeri sono davvero impressionanti.
Cosa fa il fumo di tabacco
L’inalazione volontaria del fumo di tabacco (fumo attivo) ha un forte impatto negativo sulla salute e sulle aspettative di vita del fumatore a causa dell’azione vasocostrittrice indotta dalla nicotina e delle proprietà irritanti e cancerogene di diversi prodotti pirolitici che si formano durante il processo di combustione. Tra le quasi 4.000 sostanze isolate nel fumo di sigaretta sono state classificate, al 2004, 69 sostanze cancerogene tra cui 10 specie di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), l’acroleina, 10 specie di N-nitrosammine e altri 11 composti appartenenti allo IARC gruppo 1 dei carcinogeni umani (la classificazione dell’OMS di pericolosità delle sostanze tumorali). Il benzopirene è stato il primo IPA identificato nel fumo di sigaretta e la tossicità di queste classi di sostanze è dovuta al fatto che la loro ossidazione produce epossidi mutageni per loro capacità di alchilare il DNA, quindi ad indurre mutazioni geniche che sono la premessa per i tumori. Sostanze irritanti e altamente tossiche presenti nel fumo di sigaretta (come catrame, acido cianidrico, acetaldeide, formaldeide, ossidi di azoto, ammoniaca, benzene, monossido di carbonio) danneggiano la funzione delle mucose dell’apparato respiratorio avvelenando le cellule dell’epitelio respiratorio, inducendo stati infiammatori cronicizzanti che portano nel tempo alla perdita della funzione delle mucose ed alle patologie conseguenti ed intossicando il sangue. Nel caso dell’acroleina e del benzene essi svolgono anche un ruolo significativo come agente mutageno nello sviluppo del cancro ai polmoni.
Il monossido di carbonio presente nel fumo del tabacco esercita un’azione tossica legandosi all’emoglobina (formando la carbossiemoglobina) e riducendo, di conseguenza, l’ossigenazione sanguigna a tutto l’organismo. Un’altra ricerca del 2002, condotta dai ricercatori dell’INSERM, ente pubblico del governo francese dedito alla ricerca medica e biologica, e pubblicata sul The Journal of Neuroscience, sostiene che l’esposizione prolungata alla nicotina uccida e danneggi le cellule cerebrali.
Oltre alle patologie tumorali il consumo di fumo di tabacco è ritenuto favorire altre patologie di tipo cronico-degenerativo a carico dell’apparato respiratorio come bronchiti e bronco-polmoniti croniche, enfisema, asma, bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, patologie vascolari come l’arteriosclerosi, l’ipertensione, l’infarto, le sclerosi vascolari, l’ictus, processi degenerativi cognitivo-cerebrali come Alzheimer e Parkinson, dell’apparato digerente come ulcera gastrica e duodenale.
La nicotina, oltre ad avere azione di assuefazione che crea forte dipendenza, ha inoltre la capacità di transitare attraverso la placenta e nel latte materno ed essere così trasmessa al feto ed al neonato.Il fumo in gravidanza può causare aumento del rischio di aborto, ritardi di crescita, di sviluppo mentale e polmonare del bambino.
Come agisce il fumo
Tutta la serie di sostanze che abbiamo trovato elencate nel paragrafo precedente sono potenti veleni che svolgono azione intossicante, infiammatoria, mutagena ed ossidativa continua nell’organismo. Infatti dobbiamo ricordare che qualsiasi sostanza respirata transita, prima o poi, nel torrente sanguigno e da qui viene trasportata in tutto l’organismo a qualsiasi organo ed infine ad ogni cellula. Siamo quindi di fronte ad un problema globale del nostro organismo.
In particolar modo siamo in presenza di un fortissimo stress ossidativo costante e continuato che andrà a deprimere rapidamente molte proprietà organiche; pensiamo al sistema immunitario che potrà perdere le proprie capacità ottimali di difesa e risposta, alla capacità depurativa di reni e fegato che saranno meno in grado di allontanare e neutralizzare tossine, a quella dei muscoli e del cuore che potranno avere maggiore difficoltà e fatica nella contrazione, a quella mentale che vedrà ridotta la sua attenzione, memoria, acutezza e prontezza, a quelle riproduttive che tenderanno a scemare nella capacità di procreare.
La potente ossidazione perpetrata dal fumo di sigaretta genera una grande quantità di radicali liberi che andrà a danneggiare così, anche a distanza di tempo, le funzioni di produzione di energia e i meccanismi funzionali cellulari facendo perdere progressivamente efficienza ed efficacia a tutti gli organi ed infine a tutto l’organismo.
In questo modo le probabilità di andare incontro nel tempo ad importanti patologie aumentano esponenzialmente.
Una protezione antiossidante
Ben sappiamo che smettere di fumare è davvero arduo. Si stima che i tentativi di fare a meno del fumo, se non assistiti con altri supporti, hanno il 90% di probabilità di fallire entro 1 anno.
Se un fumatore, un ex fumatore o chi è esposto frequentemente al fumo passivo (famiglia, lavoro) vogliono perlomeno tentare di ridurre ed attenuare tutte le pessime ricadute sulla salute e sulla prospettiva di benessere della propria vita a cui vanno incontro a causa del fumo di sigaretta, possono far ricorso al potente contrasto ossidativo che il frutto del Goji (Lycium barbarum L.) può apportare.
La sua forte azione anti-radicalica permette di contrastare efficacemente lo stress ossidativo delle cellule e di tutto l’organismo. In particolare ciò è attribuibile al suo naturale ed esclusivo fitocomplesso contenente numerosi pigmenti Carotenoidi, in particolare Zeaxantina e Criptoxantina, 4 Polisaccaridi esclusivi e caratteristici chiamati LBP (Lycium Barbarum Polysaccharides), di 2-O-β-D-glucopiranosil-L-acido ascorbico (AA-2BG) e di Vitamina C.
L’insieme di queste particolari sostanze biologiche altamente attive verso il contrasto ai radicali liberi rende il Goji un valido sostegno contro gli effetti del fumo, esplicando una attività antiossidante scientificamente riconosciuta. Con il consumo di bacche di Goji possiamo conseguire i seguenti principali effetti di protezione dal fumo:
- Sostegno Antiossidante ed antidegenerativo
- Sostegno al Sistema Immunitario
- Azione tonico-energizzante
- Effetto anti-age
- Benessere e protezione della pelle
Il Goji può essere utilizzato come bacche essiccate, come integratore liquido puro al 100% titolato in Vitamina C oppure come integratore in capsule titolato in LBP. Ognuna di queste forme, scelta in base alla propria necessità ed al proprio gusto, permette di usufruire dei benefici effetti di questo frutto straordinario originario degli altopiani himalayani, in modo da poter contrastare nel tempo tutte le dannose e pericolose ricadute che il fumo di sigaretta può avere sulla nostra salute. Scopri qui tutti gli antiossidanti naturali Salugea!
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