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Nuove scoperte: microplastiche nel sangue

Negli ultimi due anni l’argomento “inquinamento ambientale”, in particolare legato alle microplastiche, è passato un po’ in sordina, i media era molto concentrati sulla parola “Covid-19”, ma la ricerca per fortuna non si è fermata! Le nuove scoperte però non sono per nulla rassicuranti.

Da uno studio che si è appena concluso, condotto da ricercatori tossicologi e immunologi dell’Università di Amsterdam, è stato confermato che nel sangue umano sono presenti tracce di microplastiche e per la prima volta sono state quantificate1.

La quantità media che è stata rilevata dalle analisi è 1,6 microgrammi per millilitro di sangue. Poco, tanto?

microplastiche nel sangue

Giudica tu. Un individuo adulto mediamente ha 5 litri di sangue circolante nell’organismo. Benissimo, all’interno di questi 5 litri, da quanto emerge da questa ricerca, ci sono ben 8 mg di microplastiche che circolano indisturbate!

In particolare sono state rilevate frequentemente queste molecole: il PET (Polietilentereftalato, con cui sono fatti la stragrande maggioranza di imballaggi e bottiglie, specie per acqua), il polietilene (materiale alla base dei comuni sacchetti di plastica e di molti flaconi per alimenti), polimeri di stirene (anche questi componenti di imballaggi) e il polimetilmetacrilato (niente meno che il cosiddetto plexiglas).

Questa scoperta ha destato non poche preoccupazioni.

Sarà necessario continuare gli studi per capire per quanto tempo questi frammenti rimangono in circolo nel sangue e quali danni possono causare agli organi con cui vengono a contatto.

Come arriva la plastica nel nostro sangue?

Forse dopo aver appreso questa recente scoperta ti sarai chiesto anche tu come sia possibile che questo quantitativo di plastica raggiunga il nostro sangue.

In realtà la risposta è abbastanza semplice, basta prestare un attimo attenzione all’ambiente che ci circonda e soprattutto alle enormi quantità disperse.

Le vie di accesso di queste molecole al nostro organismo sono essenzialmente 2: la via inalatoria e quella digestiva.

Già qualche anno fa (nel 2019), infatti, una ricerca evidenziò che mediamente un individuo ingerisce di 5 grammi di plastica alla settimana ovvero l’equivalente di una intera carta di credito.

La plastica e i prodotti della sua degradazione (microplastiche) sono uno degli enormi problemi di questa epoca e si trovano veramente ovunque, partendo dal mare fino agli oggetti di uso quotidiano come contenitori per alimenti, bevande, detersivi, indumenti.

Scommetto che se fai un giro per la tua casa ti renderai conto di avere la plastica ovunque. E purtroppo il fatto che sia un materiale così resistente la rende quasi “eterna” provocando un impatto enorme per il suo smaltimento.

Anche il nostro caro Mar Mediterraneo ha un triste primato. La rivista Focus riporta che pur rappresentando solo l’1% delle acque mondiali contiene ben il 7% della microplastica marina, circa 247 miliardi di frammenti2.

L’Europa è il secondo produttore mondiale di plastica e lo stato di inquinamento del Mar Mediterraneo è senza dubbio un sintomo di uno smaltimento sbagliato ed inefficace. E le conseguenze di questa smodata produzione e mal gestione le pagano tutti i componenti dell’ecosistema.

Le piccolissime dimensioni di questi frammenti fanno sì che possano essere facilmente ingeriti dalla fauna marina che poi finisce nel nostro piatto e le microplastiche nel nostro intestino. Altro che “ostriche e champagne”, piuttosto “ostriche e plastica”3!

Quindi da queste recenti scoperte è chiaro che, dei 5 grammi che arrivano settimanalmente nel nostro intestino una parte riesce ad arrivare addirittura nel sangue.

Danni da microplastiche alle cellule umane

bottiglie di plastica

Da secoli è noto a tutti, anche ai non esperti del settore, che l’ambiente è in grado di influenzare gli organismi sia in positivo che in negativo.

Proprio per queste ragioni gli studiosi effettuano sempre nuove ricerche per analizzare in che modo l’ambiente e in particolare l’inquinamento possano influenzare la salute di uomo e animali.

Dunque l’ingestione di microplastiche può danneggiare le cellule umane?

In assenza di dati epidemiologici, un gruppo di studiosi inglesi4, ha cercato di rispondere ha questa domanda conducendo studi in vitro con cellule umane.

Le colture cellulari esaminate sono state sottoposte a concentrazioni minime di microplastiche, paragonabili alle concentrazioni ambientali a cui siamo esposti quotidianamente [10 μg/mL (dimensioni 5–200 µm) e 20 μg/mL (dimensioni 0.4 µm)].

Raccogliendo tutti i dati è emerso che l’esposizione delle cellule a microplastiche può provocare danni irreversibili alle membrane cellulari, alterarne così le funzioni, scatenare reazioni infiammatorie e anche causarne la morte.

Inoltre a parità di quantitativo le particelle irregolari sono risultate molto più pericolose rispetto alle particelle sferiche. Ovviamente quelle maggiormente disperse in natura sono di forma irregolare.

Scelte consapevoli per la tua salute e il tuo futuro

Lo so, il quadro non è confortante ma non per questo dobbiamo buttare tutto alle ortiche.

Ognuno di noi nel suo piccolo può fare scelte consapevoli per limitare la diffusione nell’ambiente e la propria esposizione alle microplastiche.

Quali sono queste scelte?

Di certo non ti chiedo di smettere di andare al supermercato, sarebbe impossibile! Per essere al massimo delle energie hai bisogno di nutrimento e quindi di fare la spesa.

Però, sì c’è un però, quando entri in questo fantastico mondo pieno di cose e di colori che spesso ti abbagliano ricordati che puoi sempre scegliere il meglio per la tua salute.

  1. Cerca di evitare quanto più possibile i cibi contenuti in imballaggi di plastica, specialmente quelli freschi. Esempio: piuttosto che comprare il petto di pollo nel polistirolo e sigillato con il cellofan vai al banco macelleria 😉
  2. Se sei alla corsia dei succhi di frutta preferisci quelli con la bottiglia in vetro piuttosto che quella in plastica.
  3. Presta attenzione, lo fai per il tuo bene e per quello del pianeta. Quando puoi scegliere preferisci imballaggi di carta o vetro che hanno un minor impatto sull’ambiente.

Oltre agli alimenti e ai prodotti per la cura della casa e della persona probabilmente, se sei una persona attenta alla nutrizione e al benessere, nella tua spesa ci sono anche gli integratori alimentari per completare al meglio i tuoi apporti nutrizionali. Anche in questo caso puoi fare la differenza!

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Affidati ad aziende serie che come te sono attente all’impatto che la nostra vita e le nostre azioni possono avere sul pianeta e sulla salute del prossimo.

Scegli solo integratori naturali racchiusi in vetro scuro, un materiale che garantisce la qualità e la sicurezza del tempo senza rilasciare microparticelle al suo contenuto, cosa che avviene con la plastica (specialmente quando esposta ad elevate temperature).

Le aziende che scelgono flaconi in plastica lo fanno semplicemente per risparmiare e per avere meno problemi di trasporto. Questo però contribuisce a mettere in circolo enormi quantità di plastica che, se non smaltite correttamente, diventano microplastiche contaminanti. E ti assicuro che lo diventeranno, dato che solo il 9% della plastica viene riciclato correttamente!

Spero che questa lettura sia stata interessante e che abbia destato in te la voglia di fare scelte sempre più consapevoli per il tuo benessere e per quello di chi ti sta intorno.

Ultimo aggiornamento il: 12/04/2022

Scritto da:

Dott.ssa Miriana Fabbri
Biologa

il

Revisionato da:

Dott. Stefano Censani
Biologo e Naturopata

il 12/04/2022

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NOTE E BIBLIOGRAFIA

1 Heather A. Leslie, Martin J.M. van Velzen, Sicco H. Brandsma, A. Dick Vethaak, Juan J. Garcia-Vallejo, Marja H. Lamoree, Discovery and quantification of plastic particle pollution in human blood, Environment International,2022.

2 Focus.it – Ecologia Plastica: ecco chi inquina il Mediterraneo – 28 luglio 2019 – Vito Tartamella

3 Raechel A. Littman, Evan A. Fiorenza, Amelia S. Wenger, Kathryn L.E. Berry, Jeroen A.J.M. van de Water, Lily Nguyen, Soe Tint Aung, Daniel M. Parker, Douglas N. Rader, C. Drew Harvell, Joleah B. Lamb, Coastal urbanization influences human pathogens and microdebris contamination in seafood, Science of The Total Environment, Volume 736, 2020.

4 Evangelos Danopoulos, Maureen Twiddy, Robert West, Jeanette M. Rotchell, A rapid review and meta-regression analyses of the toxicological impacts of microplastic exposure in human cells, Journal of Hazardous Materials, Volume 427, 2022, 127861, ISSN 0304-3894, https://doi.org/10.1016/j.jhazmat.2021.127861.