La causa potrebbe essere una predisposizione genetica
Per chi fa sport o semplicemente ama giocare a calcetto il venerdì sera con gli amici, le lesioni a tendini e legamenti sono un vero e proprio tallone d’Achille! I disturbi dei tendini vengono definiti comunemente tendinopatia, e sono tipici di chi pratica attività sportiva, sia a livello agonistico che amatoriale. Le regioni del corpo maggiormente interessate sono il ginocchio, la spalla e le caviglie. Ma da cosa dipendono le lesioni tendinee e come mai sembrano colpire di più alcune persone lasciando immuni le altre?
In quest’articolo approfondiremo le cause delle lesioni tendinee e come fare per prevenirle.
I tendini: cosa sono, a cosa servono e perché si lesionano
I tendini sono strutture connettivali fibrose che collegano insieme i muscoli alle ossa. Hanno un ruolo molto importante perché sono loro che trasmettono l’attività muscolare all’apparato scheletrico, rendendo possibile il movimento di tutto il corpo. Sono formati da tessuto connettivo, collagene ed elastina e sono protetti da una guaina, detta appunto tendinea, che ne impedisce lo sfregamento lungo le superfici ossee e il possibile deterioramento.
Nonostante per loro stessa natura siano molto resistenti, una volta lesionati, purtroppo non riescono a rigenerarsi con facilità . Il tempo che impiegano per recuperare può essere anche molto lungo. I tendini possono subire dei danni tutte le volte che li sottoponiamo a uno stress eccessivo, troppo forte o prolungato, scatenando così dolore, gonfiore e tumefazione tipici delle tendiniti e delle tendinopatie in genere.
Le parti del corpo maggiormente colpite sono:
- Gomiti
- Spalle
- Ginocchia
- Mani
- Polsi
- Piedi
- Caviglie
Ogni sportivo è poi soggetto a una particolare forma di tendinopatia. Ad esempio tipica di chi pratica la corsa è la tendinopatia achillea (tallone), mentre il cruccio di chi fa tennis è la tendinopatia della cuffia dei rotatori (spalla) oppure l’epicondilite (gomito), mentre chi pratica sport come il calcio o il rugby sarà più soggetto a sviluppare la tendinopatia del rotuleo (ginocchio). Le tendinopatie, a seconda dell’intensità e della causa che ha dato luogo alla loro manifestazione, possono distinguersi in:
- Acute: se dipendono da un sovraccarico di lavoro o un trauma
- Croniche: se la causa dipende dal ripetersi di un determinato movimento
Tendinopatie: cause endogene ed esogene
Le tendinopatie possono dipendere da due cause principali: esogene ed endogene. Le prime sono collegate a fattori esterni o ambientali, mentre le seconde sono legate a fattori individuali ben precisi, come la conformazione anatomica, la presenza di patologie sistemiche o una vera e propria predisposizione genetica. Rientrano tra le possibili cause genetiche dei disturbi che colpiscono i tendini la sindrome di Ehlers-Danlos, e la sindrome di Marfan, che colpiscono il tessuto connettivo, privando i legamenti della loro naturale elasticità . Altre cause genetiche riguarderebbero invece i geni coinvolti nell’apoptosi cellulare e quelli responsabili del metabolismo della vitamina D.
Tra le cause esogene invece troviamo sedute di allenamento eccessive, e abitudini sportive sbagliate come iniziare a giocare a calcio o tennis senza essersi adeguatamente riscaldati, e peggio ancora, finire di allenarsi senza fare nemmeno 5 minuti di stretching!
Lo stretching anche se per molti è noioso, è indispensabile sia per i muscoli che per i tendini e i legamenti. Allungarsi e stiracchiarsi è un gesto naturale per il nostro corpo, aiuta a distendersi, migliora l’afflusso sanguigno ed è un ottimo rimedio contro la rigidità articolare e muscolare. Fatto con regolarità e costanza può addirittura costituire una vera e propria forma di prevenzione contro i fastidi associati a tendini e legamenti, così come una fase dedicata al riscaldamento, una pratica necessaria specialmente con il passare dell’età . Con gli anni infatti i tendini diventano meno elastici e diventa più facile sviluppare una tendinopatia.
Come aumentare la performance sportiva preservando la salute di muscoli e tendini
Durante lo sforzo fisico è importante sostenere oltre che i tendini e i legamenti anche i nostri muscoli, migliorando la loro capacità di ossigenazione, combustione degli zuccheri e favorendo lo allontanamento delle tossine. Se agisci su questi aspetti otterrai in breve tempo:
- Maggiore resistenza allo sforzo
- Ritardo nell’emergere della stanchezza
- Minor calo energetico e di potenza
- Diminuzione di problemi muscolari come crampi e strappi
Per fortuna esistono dei principi attivi 100% naturali in grado di sostenere il nostro corpo e la nostra mente durante ogni tipo di attività sportiva, sia amatoriale che agonistica. Sto parlando della:
- Damiana: un sostegno per lo sviluppo del muscolo e un potente tonico per la mente
- Suma: ritarda l’arrivo della stanchezza e migliora la gestione delle energie
- Eleuterococco: consente la massima esplosività del muscolo nella fase di avvio e favorisce la concentrazione
- Cordyceps: conferisce forza, vigore e resistenza, migliorando la potenza fisica dell’organismo
Puoi trovare questi principi attivi all’interno di Sport1 Endurance Salugea, l’integratore perfetto per chi pratica corsa, nuoto, ciclismo, calcio, escursionismo e triathlon. La sua formulazione totalmente naturale ottimizza il lavoro muscolare in ogni fase dell’allenamento, soprattutto durante la fase aerobica, migliorando la resistenza allo sforzo e l’insorgenza della fatica.
Per chi invece è già allenato ma vuole ottimizzare la fase del recupero muscolare un’ottima integrazione è Sport2 Recupero Salugea, ricchissimo di principi antiossidanti.
Il lavoro sinergico dell’alga Spirulina, Melograno, Maqui, Sambuco e semi d’Uva, garantisce un’azione antinvecchiamento e rigenerante per i tessuti. Il melograno poi può rivelarsi un ottimo alleato anche durante i processi infiammatori, esercitando nei loro confronti un’azione di contrasto.
Altre buone norme da seguire per mantenere in salute tendini e legamenti sono quelle di indossare sempre un paio di scarpe da ginnastica adeguate al tipo di attività svolta e nel caso di piede cavo o piatto utilizzare dei plantari, evitare di correre su superfici asfaltate, quando si può, e tenere sotto controllo il peso corporeo.
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