Orticaria da stress: cosa funziona veramente
Scritto da Dott.ssa Elena De Pascalis il
Che tu sappia l’inglese livello madre o scimmiotti qualche termine, la parola “rush” può solo farti venire in mente aggettivi come rapido, veloce, fulmineo. Non ci credi? Coraggio prova a dirlo ad alta voce. Bene, e se adesso ti dicessimo “rush cutaneo”? Il tuo focus si sposta sulla pelle ma quella sensazione di velocità è ancora lì, vero? Ecco l’orticaria da stress è proprio questo: un rush cutaneo, improvviso che come viene veloce altrettanto in fretta può andare via. Da cosa dipende l’orticaria da stress? Perché viene solo ad alcune persone? Ci sono dei rimedi naturali che possono aiutarci a calmare la situazione? Resta su questi canali perché stai per imparare in un rush tutto quello che c’è da sapere sull’orticaria da stress. L’orticaria da stress è il disturbo più democratico che ci sia: colpisci tutti, maschi e femmine di età compresa tra 30 e 50 anni ed è facile trovarla nel momento in cui la pelle è più esposta: l’estate (proprio una simpaticona questa orticaria eh?!) L’orticaria da stress si manifesta con pomfi bianchi o rossastri cioè macchie gonfie circondate da un alone arrossato. La sensazione predominante è il bruciore che si trasforma in breve in un prurito davvero intenso. La democrazia dell’orticaria non finisce certo con il sesso delle persone! Eh no, la nostra simpaticona ha un decorso del tutto imprevedibile, può esordire all’improvviso e con tanta rapidità andare via e anche le zone in cui compaiono le macchie possono essere ogni volta diverse; immagina delle luci di Natale che si accendono e spengono senza un apparente perché! Prima di parlare delle differenze tra i due tipi di orticaria partiamo dai tratti in comune. In entrambi i casi ci troviamo sul corpo dei pomfi gonfi, bianchi o rossastri che danno un terribile prurito. Il gonfiore è dovuto alla fuori uscita di liquido dai capillari. Questa fuori uscita ha un doppio svantaggio per i capillari; da un lato provoca i rigonfiamenti sulla pelle e dall’altro è come se sui capillari stessi si aprissero le porte per l’ingresso per l’istamina. Tieni bene a mente questo nome perché si presenterà spesso ai tuoi occhi. L’istamina è una molecola mediatrice molto diffusa nel nostro corpo e ben famosa tra chi soffre di allergie. Il suo ruolo in particolare è quello di far comunicare le parti, cioè porta i messaggi e appena arriva a destinazione viene eliminata per evitare che si inneschino reazione strane. Possiamo paragonare l’istamina a una farfalla, vive veloce e muore giovane. Sì ok, il paragone non è dei più allegri ma rende bene l’idea non trovi? Di fatti l’istamina scende in campo quando si presente un allergene, cioè una sostanza che, per svariati motivi, non sta simpatica al nostro corpo. Quando avviene questo fatidico incontro si ha la reazione allergica, il corpo mette sul campo di battaglia l’istamina che, comportandosi da brava mediatrice, informa i vari distretti dell’allarme e in seguito l’allergene viene domato. È quindi un campanello d’allarme essenziale per la nostra sopravvivenza, ma allora perché si prendono i farmaci antistaminici? Ti ricordi quando abbiamo detto che una volta portato il messaggio l’istamina viene distrutta? Ecco ci sono persone che più di altre hanno meno enzimi in grado di distruggere l’istamina in eccesso. Pensi che siamo andati fuori tema? Tranquillo, il bello arriva ora. Pochi infatti, sanno che ci sono dei cibi che, tra i vari elementi, contengono proprio istamina! (Si iniziano a incastrare pezzi di puzzle vero?) Tra gli incriminati più frequenti troviamo fragole, pomodori, noci e crostacei. Se queste persone mangiano questi alimenti è come se il corpo andasse in iper allarme perché non ha gli strumenti per neutralizzare l’istamina in eccesso! Ecco il perché degli antistaminici che però ricordati sono dei rimedi di emergenza (ti ricordiamo di consultare sempre il tuo medico prima di assumerne); la mossa successiva a questo punto è fare dei test per capire quale alimento scatena la reazione. Cosa succede quando questi test non evidenziano nulla? È a questo punto che parliamo di un tipo di orticaria di origine psicosomatica, comunemente chiamata orticaria da stress. La protagonista è sempre lei: l’istamina. In questo caso gioca un ruolo leggermente diverso. Come le orticarie alimentari dipendono dall’istamina, in particolare da quella ingerita con gli alimenti che si “somma” a quella che abbiamo noi, così anche l’orticaria da stress è legata a questa molecola. Quando siamo sotto stress produciamo adrenalina e cortisolo, i due ormoni che ci permettono di affrontare a spada tratta tutte le nostre avventure quotidiane. Quando le avventure diventano troppo impegnative o troppo prolungate questi due ormoni non riescono a seguire più i tempi giusti ed ecco che il corpo inizia a produrre istamina in eccesso. Questa auto-produzione di istamina è ciò che fa innescare la reazione, perché esattamente come prima abbiamo troppa istamina in circolo e pochi enzimi per distruggerla: ta-da! Capito la differenza tra i due tipi di orticaria appare lampante un’altra considerazione: mentre nell’orticaria alimentaria basta “eliminare” il cibo portatore di istamina, con l’orticaria da stress la situazione cambia notevolmente. Eh già perché in questo caso capire quale sia l’evento stressante e come contrastarlo è un altro paio di maniche! Indipendentemente dalla causa, il messaggio del corpo è chiaro: c’è qualcosa nella tua vita che ti sta stretto, che non ti va bene e il tuo corpo te sta dicendo a gran voce. Sempre per rimanere in tema di “maniche” è ora di rimboccarcele e imparare bene questi trucchi: sono dei consigli che ti permetteranno di vivere meglio le situazioni stressanti e di conseguenza evitare l’insorgere dell’orticaria: Solo a leggere questi consigli ti senti già più rilassato vero? E pensa che il bello deve ancora venire! Ricorda di osservare tutti i punti che abbiamo trattato con costanza senza trascurare nessun aspetto e vedrai che ne passerà di tempo prima di un altro rush! 😉
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Orticaria da stress: cosa funziona veramente?
Ultimo aggiornamento il: 07/12/2018
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Scritto da:
La RedazioneNaturopata
il 05/10/17 21.03
Revisionato da:
Dott. Stefano CensaniBiologo e Naturopata
il 26/11/2018
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3minIn breve...
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