Gli Omega3 sono tra i rimedi più utilizzati e raccomandati per il benessere cardiovascolare, soprattutto in caso di trigliceridi alti. Tuttavia, viene naturale chiedersi: “La loro assunzione, specie se a lungo termine, può comportare effetti indesiderati?” Domanda più che comprensibile soprattutto alla luce di una recente nota informativa dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che ha evidenziato un rischio di avere disturbi al cuore (fibrillazione atriale) più alto in pazienti che assumono farmaci a base di derivati degli Omega 31.
In questo contesto, è fondamentale fare chiarezza per non cadere in facili allarmismi. Esploreremo il rischio associato a questi farmaci, approfondiremo le differenze tra fonti sintetiche e fonti naturali di acidi grassi Omega3 e ne valuteremo i loro benefici reali.
Ecco un’anteprima degli argomenti che tratteremo:
- Esteri etilici degli acidi grassi Omega3: cosa sono
- Le indicazioni dell’AIFA sugli esteri etilici
- Omega3 da olio di Krill: caratteristiche e vantaggi
- Omega3 da olio di pesce e da olio di Krill maggiori differenze
- Le linee di fondo
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Esteri etilici degli acidi grassi Omega3: ecco cosa sono
Partiamo dall’inizio, così da avere una maggior chiarezza della situazione. Sei d’accordo?
Gli Omega3 sono acidi grassi essenziali, chiamati così perché il nostro organismo non può produrli da solo. Per questo motivo, è importante assumerli ogni giorno attraverso l’alimentazione.
Gli Omega3 si dividono in:
- EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), che si trovano principalmente nel pesce, specie più grasso come salmone, sgombro e sardine e in un piccolo gamberetto, chiamato Krill, che non vediamo l’ora di farti scoprire;
- ALA (acido alfa-linolenico), che puoi trovare in fonti vegetali come semi, frutta secca e oli vegetali.
A questo punto potresti chiederti: e gli esteri etilici allora cosa sono? È presto detto!
Gli esteri etilici sono una forma sintetica di Omega3. Sono ottenuti tramite un particolare processo di lavorazione e sono comunemente utilizzati in alcuni farmaci per trattare condizioni cliniche come l’ipertrigliceridemia, quando dieta e altri trattamenti non hanno avuto gli effetti attesi.
Proprio gli esteri etilici sono al centro delle indicazioni fornite dalla nota AIFA.
La nota AIFA sugli esteri etilici: analizziamola insieme
La nota informativa dell’AIFA ha evidenziato un aumento del rischio di fibrillazione atriale – un disturbo del ritmo cardiaco – in determinate condizioni.
In particolare, è stato osservato che il rischio è più elevato per i pazienti con disturbi cardiovascolari accertati, o con fattori di rischio cardiovascolare, trattati con alte dosi – 4 grammi al giorno – di esteri etilici degli acidi grassi Omega31.
Nella nota, viene raccomandato agli operatori sanitari di monitorare i pazienti e di sospendere il trattamento in caso si verifichino episodi di fibrillazione atriale.
Dopo aver letto questa sintesi della nota AIFA ti stai chiedendo se esistono alternative di origine naturali agli esteri etilici? La risposta è sì.
Tra queste, un’opzione da valutare sono gli Omega3 da olio di Krill, che trovi in Omega3 Krill Oil Salugea. Ora ti svelo il perché.
Omega3 da olio di Krill vantaggi e caratteristiche
L’olio di Krill viene estratto da un piccolo crostaceo che vive nelle gelide acque dell’Antartico. Brrr che freddo!
Questo piccolo gamberetto costituisce una parte fondamentale della catena alimentare marina ed è una fonte ricca e preziosa di Omega3, in particolare EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico).
Sai qual è uno dei vantaggi dell’Olio di Krill?
Che gli Omega3 da olio di Krill sono in forma di fosfolipidi e questo ne permette una maggiore biodisponibilità2. Mi spiego subito meglio.
Il nostro organismo è fatto di tante piccolissime cellule. Ogni singola cellula, per funzionare in modo efficiente necessita di nutrienti, proprio come noi. Tra questi nutrienti ci sono i tanto preziosi quanto essenziali Omega3.
Ora, il punto cruciale è far arrivare gli Omega3 a destinazione, così che le cellule possano utilizzarli.
Non avrebbe senso assumerli, se poi l’organismo non riesce ad assimilarsi e a utilizzarli. Non trovi?
Quando gli Omega3 sono in forma di fosfolipidi, come accade per gli Omega3 da olio di Krill, per l’organismo è più semplice assorbirli e utilizzarli2.
In Omega3 Krill Oil Salugea, oltre a EPA e DHA, trovi anche Astaxantina e Colina: un antiossidante prezioso la prima e un elemento utile per il metabolismo dei lipidi e per quello dell’omocisteina la seconda. Quello che invece NON trovi sono gli edulcoranti, gli aromi e i conservanti di sintesi. Questo perché gli integratori Salugea sono a base di ingredienti 100% naturali.
La differenza tra Omega3 da olio di pesce e da Krill Oil
Avrai sicuramente notato che in commercio esistono tantissimi Omega3 da olio di pesce. Questo tipo di Omega3 non è in forma di fosfolipidi, ma trigliceridi, un tipo diverso di grassi.
I trigliceridi non presentano le caratteristiche dei fosfolipidi e questo rende il loro assorbimento un po’ meno efficiente3.
Ma questa non è l’unica differenza tra olio di Krill e olio di pesce.
Poco fa hai letto che il Krill è alla base della catena alimentare marina, ricordi? Questo è uno dei fattori fondamentali da tenere in considerazione quando si sceglie una fonte di Omega3.
Devi sapere, infatti, che il Krill si nutre solo di fitoplancton, ha dimensioni molto ridotte e un ciclo di vita breve e per questi motivi, è meno incline ad accumulare agenti inquinanti e metalli pesanti rispetto ai pesci più grandi come il tonno, o il salmone che si nutrono di altri pesci più piccoli.
Inoltre, la pesca del Krill deve rispettare una rigida regolamentazione per garantire la sostenibilità e protezione dell’ecosistema marino.
Ogni nostra azione può avere un impatto sull’ambiente. Ecco perché è importante fare scelte sostenibili.
Le linee di fondo
Gli Omega3 da olio di Krill possono rappresentare un’opzione interessante da considerare, anche alla luce dei possibili rischi esposti nella nota AIFA sugli esteri etilici degli Omega3.
In più, i loro benefici sui livelli di trigliceridi e colesterolo, sono stati oggetto di un recente studio4 pubblicato sulla rivista ScienceDirect.
Nel caso si rivelasse opportuno integrarli, il consiglio è quello di valutare con il medico questa opzione.
Ricorda, inoltre, che per ottenere il massimo dei benefici è importante unire a qualsiasi forma di integrazione uno stile di vita sano e un’alimentazione varia ed equilibrata.
Hai trovato interessante l’articolo? Continua a seguirci per non perdere altri consigli di benessere.
paolo
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da tre mesi assumo omega3. (2 cp al di) Ho notato però un aumento della pressione sanguigna, è forse imputabile a EPA e DHA ?
Rispondi a paolo
Simona Cusenza
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Buongiorno Paolo,
Grazie per il tuo commento ☺
Non ci risulta che l’integrazione di EPA e DHA da olio di Krill possa influire in tal senso. Piuttosto, gli omega 3 possono avere un’azione normalizzante sulla pressione arteriosa (https://doi.org/10.1161/JAHA.121.02625).
Restiamo a disposizione e ti auguriamo una splendida giornata!
Rispondi a Simona Cusenza
FELICI BRUNO
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Sono cardiopatico e assumo Exkim 1000 una capsula a pranzo.
A parità quanto omega 3 della salugea dovrei assumere?
Soffro di fibrillazione atriale e ho letto la nota AIFA in merito.
Grazie
Rispondi a FELICI BRUNO
Simona Cusenza
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Buongiorno Bruno,
Trattandosi di un farmaco, riteniamo sia il caso di confrontarsi direttamente con il suo medico, che conosce da vicino la situazione, per valutare con lui una possibile sostituzione con il nostro Omega 3 Krill Oil.
Lo studio a cui fa riferimento la nota AIFA che ha citato si riferisce alla somministrazione di olio di pesce. Il comune olio di pesce è a base di trigliceridi, invece l’olio di Krill è a base di fosfolipidi (la sostanza di cui sono fatte ad es. le membrane cellulari).
Anche se lo studio non cita le quantità giornaliere di olio di pesce somministrate, sappiamo che per ottenere benefici vengono somministrati alti dosaggi di olio, anche ben superiori ad 1 grammo/die, cosa che non accade che l’olio di krill che, essendo maggiormente biodisponibile, ha necessità di dosi minori.
Ciò che può indurre gli effetti avversi osservati (anche se si tratta di un lavoro non confermato da altri studi quindi da valutare in modo precauzionale), non sono certo gli acidi grassi EPA e DHA, ma la forma chimica con la quale sono veicolati.
Un’ampia documentazione scientifica conferma comunque gli effetti benefici dell’olio di krill a largo spettro (trova tutti gli studi clinici e scientifici su PubMed).
Omega 3 Krill Oil, da olio di Krill e non da olio di pesce, non subisce nessun tipo di lavorazione, diversamente dai comuni olii di pesce ottenuti dagli scarti del pesce, sottoposti a purificazione da metalli pesanti e tossine tramite solventi e spesso addizionati a Vit. E di sintesi o altri conservanti. L’olio di Krill, invece, è naturalmente ricco anche di astaxantina (antiossidante che ha anche il ruolo di conservante) e naturalmente privo di metalli pesanti.
Speriamo di averla rassicurata e di averle dato spunti interessanti per il confronto con il suo medico.
Per qualsiasi dubbio o necessità, il Team Salugea di Biologi, Farmacisti, Naturopati e Nutrizionisti è a sua completa disposizione anche al numero verde 800 688 801 oppure via mail a info@salugea.com.
Le auguriamo una splendida giornata.
Rispondi a Simona Cusenza