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Intolleranze Alimentari: cosa sono e perché sono così popolari

Sono più famose di un tormentone estivo; sono passate alla ribalta con la rivoluzione alimentare degli ultimi 30 anni; stanno diventando, purtroppo, estremamente diffuse. Stiamo parlando delle intolleranze alimentari.

Tanto famose quanto la confusione che vi orbita attorno! Quante volte ti sei sentito dire, specialmente dopo essere stato male di pancia: “Eh ma sarai intollerante”; o ancora: “Non mangiare quei cibi che poi diventi intollerante!”.Ti va di fare un po’ di chiarezza e capire finalmente come stanno le cose? Sei nella macchina giusta. Partiamo per un bel viaggio e durante il percorso scopriremo:

Ti presentiamo “intestino” la nostra guida alle intolleranze alimentari

Imparare chi è l’intestino, cosa fa e perché è importante è la prima mossa per capire qualcosa nel mondo delle intolleranze alimentari. Prendi questo paragrafo come una sorta di pit-stop prima di addentrarci nel viaggio vero.

La parola intestino comprende in realtà due “intestini”: l’intestino tenue e l’intestino crasso. Questi due organi sono la parte finale di tutto il sistema digerente, una lunga serie di “tubi” attraverso la quale avvengono tutta una serie di processi che portano all’elaborazione del nostro cibo. Gli intestini sono i tratti dove si giocano gli ultimi colpi di trasformazione di quello che hai mangiato.

Ogni boccone che fai, attraversa tantissime zone dell’apparato gastrointestinale, cambiando di forma e di consistenza. In ogni zona una parte del boccone viene assorbita (ed entra nel circolo sanguigno) e l’altra viene mandata avanti. In generale, i motivi per cui delle parti vengono mandate avanti sono perché sono formate da molecole troppo grandi o da sostanze di scarto oppure vi sono sostanze sospette per cui è meglio un controllo più approfondito.

È alla fine, nell’intestino (in particolare quello tenue) che c’è il bivio finale tra ciò resta e ciò che deve abbandonare del tutto il tuo corpo. Le pareti dell’intestino sono rivestite da cellule che sono letteralmente serrate tra di loro da giunzioni che servono per evitare “perdite” e “spifferi”. In pratica, impediscono alle sostanze che ancora non sono state digerite e identificate di attraversare l’intestino.

Dalla salute dell’intestino alle intolleranze alimentari

Tutta la partita delle intolleranze alimentari (in senso lato) si gioca proprio qua. Può capitare che, per determinati fattori che vedremo dopo, queste giunzioni inizino ad allentare la presa. È a questo punto che possono entrare nel sangue sostanze indesiderate, come le tossine oppure molecole troppo grandi, cioè sostanze che di per sé sono buone, ma che dovevano subire ancora qualche trasformazione prima di entrare in circolo.

Cosa genera questo intestino che “fa acqua da tutte le parti”? L’origine di tutto è in uno stato infiammato che provoca un allentamento delle giunzioni fra le cellule intestinali.

Ciò ha la conseguenza di mettere in allarme i vari distretti corporei, in particolare il sistema immunitario, il nostro paladino della giustizia.

Di fatti, tutto l’organismo si trova di fronte un carico di sostanze sconosciute (chiamate antigeni) mai viste prima. E per quanto allenato a respingere ogni attacco, anche il miglior sistema immunitario del mondo, prima o poi non sarà più in grado di far fronte al crescente carico di lavoro.

E quando la situazione sfugge del tutto di mano, alcuni antigeni inizieranno a sfuggire ed entreranno nel circolo sanguigno. Da lì hanno tutte le strade a disposizione e possono iniziare a vagare tra organi e apparati. Il paradosso dei paradossi inoltre è che più i “buchi” intestinali diventano grandi peggiore sarà l’assorbimento intestinale, che è tutto il contrario di quello che si potrebbe pensare.

Dal momento che ci sono spazi più aperti, ci si aspetta un aumento, in entrata, di tutte le sostanze, sia cattive che buone. Invece quello che accade è che si danneggiano i meccanismi di trasporto necessari per assorbire vitamine e nutrienti.

Un intestino così crea tutte le basi per sviluppare le intolleranze alimentari. Di fatti, al di là di quello che si può pensare, non si diventa intolleranti dall’oggi al domani. È un meccanismo silente frutto di giorni, mesi e anni di battaglie.

In particolare, ci sono fattori chiave, che fanno sì che a un certo punto uno o più alimenti vengono considerati antigeni, cioè nemici da combattere per il nostro sistema immunitario. E il più delle volte lo combatte perché è in una forma che non riconosce, non perché non serve al corpo!

Le intolleranze alimentari sono il primo campanello d’allarme che ti deve far diventare le orecchie più lunghe e dritte di quelle di un coniglio, perché significa che c’è qualcosa che non va.

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Intolleranze alimentari: quali sono i primi segnali?

Le intolleranze alimentari, ormai l’hai capito, si sviluppano quando si supera “il livello soglia”, cioè quando l’organismo non ne può più. È a questo punto che iniziano i fastidi che puoi avvertire anche te, come ad esempio:

  • Gonfiore e dolori addominali
  • Stipsi e/o diarrea
  • Stanchezza cronica
  • Dermatiti e/o pruriti
  • Herpers labiale
  • Cistiti ricorrenti

È importantissimo non ignorare questi disturbi perché più metti la testa sotto la sabbia più si faranno sentire. Il corpo in questo è molto bravo e quando deve far sentire la sua voce, intensificherà tutti i fastidi, che nel tempo porteranno a situazioni ancora più antipatiche.

Siamo ormai convinte che il messaggio “intestino sano, porta lontano” sia ormai entrato per bene nella tua mente. Vediamo adesso quali sono i comportamenti, o più in generale le cause che portano l’intestino a perdere il suo smalto e di conseguenza a sviluppare (il più delle volte) intolleranze alimentari.

Intolleranze alimentari: 3 cause principali

Analizzeremo adesso tre fattori o comportamenti che possono portare a sviluppare intolleranze alimentari. Ci teniamo a precisare che queste informazioni sono generali (fattori scatenanti possono essere anche altri) e che non bisogna fare di “tutta l’erba un fascio”: la parola finale è sempre quella del tuo medico.

Flora intestinale

Se tutto parte dall’intestino è dall’intestino il luogo in cui bisogna cercare la prima causa che può portare alle intolleranze alimentari. La flora intestinale è composta da un insieme di batteri che popolano il tuo intestino e svolgono moltissime funzioni. Tra di loro, ci sono batteri buoni e batteri cattivi. Tutto è in perfetto equilibrio quando i batteri buoni sono di più di quelli cattivi.

Come in ogni film che si rispetti, la situazione si ribalta quando i cattivi diventano più dei buoni. Questi ultimi hanno, tra i loro compiti, quello di garantire una mucosa intestinale sempre al top. Quindi possiamo dire, semplificando molto, che tutto ciò che incide sulla vitalità e il numero dei batteri buoni è, di conseguenza, una delle prime cause delle intolleranze alimentari.

Abuso di farmaci

Ammettilo, quando ti abbiamo detto che una buona parte della partita è determinata dalla diminuzione dei batteri buoni e aumenti dei cattivi te lo sei chiesto: cosa può far diminuire i batteri buoni?

Uno dei tanti fattori che possono incidere sulla flora batterica buona è l’abuso di farmaci: antibiotici, antiacidi, lassativi, pillola anticoncezionale, antinfiammatori … Con questo non vogliamo far pendere la bilancia tutta da una parte e dire che questo tipo di farmaci non sono da prendere in assoluto; si parla appunto di abuso, cioè un uso improprio nella quantità o nella durata del farmaco o dopo il suo utilizzo. Un esempio è quello di non fare nulla dopo aver svolto un ciclo di antibiotici.

Stile di vita alimentare

La tua flora intestinale è lo specchio di quello che mangi! E, quello che mangiamo specie negli ultimi 30 anni ne ha subite di modifiche, diciamo non proprio positive. Gli alimenti si sono fatti molto più raffinati e di bellissimo aspetto. Ma il concetto che “l’occhio vuole la sua parte” ha penalizzato i cibi nella loro natura più profonda: darti i nutrienti di cui hai bisogno.

I cibi sono, spesso, arricchiti di coloranti, conservanti, zuccheri aggiunti e edulcoranti, pesticidi dai nomi e sigle difficilissimi da ricordare. Uno degli alimenti che è stato più modificato è il grano. Ed è proprio il consumo di carboidrati raffinati una delle principali cause di intolleranze alimentari. Questi alimenti, una volta che arrivano nell’intestino in grande quantità o troppe volte in un giorno, favoriscono il fungo Candida, che di per sé fa parte dei buoni, ma se nutrito troppo può diventare preponderante, favorendo uno stato infiammatorio delle mucose intestinali ed alterare così la permeabilità delle pareti intestinali.

Purtroppo anche il latte di mucca e i suoi derivati possono essere deleteri per le mucose intestinali. La componente proteica del latte è composta per lo più da caseina e poi abbiamo il lattosio per la parte zuccherina. Queste due sostanze possono essere difficili da digerire, il che porta, nel tempo, l’intestino a infiammarsi sempre più. E i “buchi” intestinali aumentano…

Intolleranze alimentari: come vengono affrontate

Mettiamo che un giorno, magari dopo un controllo fatto a seguito di un mal di pancia, ti arrivi la sentenza: intollerante a questo, quello e quell’altro.

A parte, la tremarella iniziale e i nervi che fanno fatica a restare al loro posto, la prima azione che ti viene consigliata di fare è eliminare gli alimenti che ti causano l’intolleranza. Vero, ma è tutto qui?

Abbiamo detto e ridetto quanto sia importante la salute della mucosa intestinale e la corretta adesione delle sue giunture. Non ti sembra che in quei consigli manchi qualcosa?

Togliere gli alimenti che, in quel momento, ti danno fastidio è necessario ma non bisogna fermarsi lì, perché altrimenti è come aver solo arginato l’emergenza. Anche perché in genere, si sostituisce quell’alimento con altri e si rischia di andare in esubero anche di quello. Eh ma così facendo escluderemmo piano piano ogni cosa…

L’approccio successivo e complementare, all’eliminazione dell’alimento, è quello di lavorare affinché la mucosa intestinale ritorni il super buttafuori di un tempo. Ecco quattro consigli che ti saranno utili:

  1. Ripristinare l’integrità della mucosa intestinale: ormai questo concetto ti esce dalle orecchie, lo sappiamo. Puoi trovare dei validi aiuti dalle piante che la natura mette a tua disposizione, come l’Aloe e la Malva, che contengono sostanze dall’effetto lenitivo e sfiammante.
  2. Mantenere la salute intestinale nel tempo: questo lavoro si ottiene cercando di evitare che i batteri cattivi prendano il sopravvento. Altrimenti è come se tu avessi bonificato un terreno incolto e paludoso e dopo il grande lavoro di bonifica te ne torni a casa e lo lasci a se stesso. In breve tempo quel terreno tornerà come prima. Se invece lo lavori ogni giorni e chiami anche degli amici a darti una mano diventerà un super terreno. Questo lavoro sul terreno, nel tuo intestino lo puoi fare con gli enzimi digestivi e i probiotici. Gli enzimi sono importantissimi per la digestione di quello che mangiamo, in particolare nello scomporre gli alimenti in molecole semplici. Avere tanti enzimi significa assicurarsi una buona salute nel tempo. Il che non è male come idea, non trovi? I probiotici, possano colonizzare opportunamente la mucosa intestinale e portare man forte alla flora buona!
  3. Facilita l’eliminazione delle tossine: dentro ciò che serve e fuori ciò che non serve! Questo deve diventare il tuo motto. In questo bisogna avere un occhio di riguardo verso reni e fegato, i due organi principali addetti proprio alla pulizia dell’organismo
  4. Mangia con la testa: questo non significa che ti devi mettere in posizioni da contorsionista per mangiare 🙂 Bisogna iniziare a pensare e a sentire che tutto quello che mangi ha un effetto sulla flora intestinale e sui batteri che la compongono.

Bè arrivato a questo punto, un po’ di nebbia si è dissolta e hai iniziato a capire anche te perché è importante pensare al proprio intestino e cercare di mantenerne la salute nel tempo. Anche perché se poi crescono i batteri cattivi…Va bene, va bene…lo sappiamo, hai capito il concetto 🙂

guida ai rimedi naturali per la pancia gonfia

Ultimo aggiornamento il: 22/01/2021

Scritto da:

Dott.ssa Federica De Santi
Naturopata

il

Revisionato da:

Dott. Stefano Censani
Biologo e Naturopata

il 22/01/2021

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Facciamo due chiacchere?

  • Avatar

    Jenny Durante

    |

    Un articolo utilissimo. Grazie. Ho una domanda, come si possono aumentare gli enzimi per la digestione? Grazie

    Rispondi a Jenny Durante

    • Avatar

      Salugea

      |

      Con appositi integratori contenenti enzimi, e con un’alimentazione sana ed equilibrata!

      Rispondi a Salugea

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    Dobre Adrian Nicolae

    |

    Boun giorno Salugea ,io cello rectocolita ulcerosa, mi poi Dire quale alimente se po mângâiate, e che tipo de enzimi posso prendere per stare bene ,grazie

    Rispondi a Dobre Adrian Nicolae

    • Avatar

      Dott.ssa Federica De Santi

      |

      Buongiorno Adrian Nicolae,
      grazie per averci scritto!
      In questo caso per la rettocolite non siamo in grado di dare indicazioni alimentari dettagliate in quanto non conosciamo le condizioni specifiche della persona e non svolgiamo consulenze dietetiche.
      La strada migliore è rivolgersi a un Nutrizionista che possa seguirla da vicino. Per gli enzimi è preferibile orientarsi verso un prodotto che ne contenga un pacchetto abbastanza ampio, in modo da coprire le varie esigenze metaboliche del tratto intestinale. Può chiedere al suo farmacista. 🙂

      Le auguriamo una splendida giornata
      Team Salugea

      Rispondi a Dott.ssa Federica De Santi

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