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Carenza di vitamina D: cosa comporta

Se vuoi scoprire cosa comporta una carenza di Vitamina D, da cosa è causata e quali sono i consigli per evitarla, sei nell’articolo giusto!

La vitamina D è una vitamina liposolubile, ossia si scioglie nei grassi. Diversamente da quanto accade per le altre vitamine liposolubili, cioè la E, la A e la K, viene sintetizzata dal nostro organismo attraverso la pelle. Nella pelle è presente una sostanza chiamata deidrocolesterolo che, a contatto con la luce del sole, si trasforma in vitamina D.

Secondo il nostro Ministero della Salute è sufficiente un’ora al giorno all’aria aperta sotto il sole, sbracciati, per assicurare al nostro organismo la quantità necessaria a soddisfare il suo fabbisogno giornaliero di vitamina D!

vitamina d carenza

Forse non lo sai ma la vitamina D è molto importante per la nostra salute e il nostro benessere. Una delle sue principali attività è quella di regolare il metabolismo del calcio, a sua volta indispensabile per avere ossa e denti sani e robusti. Ma l’apparato scheletrico non è il solo a beneficiare dell’azione positiva della vitamina D.

La vitamina D in effetti nel nostro organismo più che come una vitamina si comporta come un “ormone” e interagisce con tutti i sistemi del nostro corpo, da quello circolatorio a quello immunitario. Per questo motivo una sua carenza può esporci a tutta una serie di disturbi e malattie che vedremo tra poco.

Ad esempio, l’avresti mai detto che quei mal di testa frequenti o quella sensazione perenne di stanchezza potrebbero essere proprio la conseguenza di una carenza di vitamina D? in quest’articolo vedremo proprio cosa comporta una carenza di vitamina D  e come porvi rimedio.

I disturbi frequenti di una carenza di vitamina D

Con l’avanzare dell’età, ma anche se non ci esponiamo in maniera adeguata ai raggi del sole, la nostra capacità di sintetizzare la vitamina D diminuisce. Questa diminuzione, se protratta nel tempo, può portare a un deficit di vitamina D.

I primi segnali di una carenza di vitamina D sono piuttosto comuni e per questo almeno all’inizio potrebbero passare inosservati o comunque non collegati a un deficit di questa vitamina. Tra i più frequenti ci sono i disturbi del sonno1, disturbi dell’umore , l’irritabilità, un senso generale di stanchezza e in alcuni casi anche problemi della pelle e dei capelli3.

Altri disturbi più specifici di una carenza di vitamina D invece sono:

  • dolori alle ossa
  • infezioni ricorrenti
  • difficoltà nella guarigione
  • denti più fragili e soggetti alle carie
  • malassorbimento del calcio
  • fragilità ossea

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La carenza di vitamina D: cosa comporta nei bambini

Nei bambini una carenza di vitamina D può causare rachitismo4, una malattia caratterizzata dall’incapacità delle ossa di utilizzare il calcio e il fosforo.

I bambini che presentano questo disturbo hanno un torace stretto e piatto, la colonna vertebrale incurvata e delle protuberanze ossee lungo i polsi e le caviglie.

Per evitare questa patologia, sicuramente oggi meno diffusa rispetto al passato, è indispensabile curare l’alimentazione introducendo adeguate quantità di vitamina D e sfruttare al massimo l’azione benefica del sole.

Come prevenire una carenza di vitamina D nei bambini

Nei bambini il miglior modo di prevenire una carenza di vitamina D è far sì che conducano una vita sana, fatta di una dieta equilibrata e di attività sportiva all’aria aperta.

Tra i cibi che contengono vitamina D abbiamo il latte, il burro, il tuorlo d’uovo e in alcuni tipi di pesce come il salmone e le aringhe. Tra i preparati vitaminici invece ha un posto d’onore l’olio di fegato di merluzzo, sicuramente meno apprezzato dai bambini rispetto a una bella fetta di pane burro e marmellata!

Carenza di vitamina D: cosa comporta negli adulti

Negli adulti una carenza di vitamina D comporta una serie di disturbi a carico delle ossa conosciuti con il nome di osteomalacia. Ne avevi già sentito parlare?

L’ osteomalacia è una malattia metabolica dell’osso caratterizzata da una insufficiente mineralizzazione.

Ora per rendere più chiaro quello che sto per dirti, devi sapere che le ossa sono composte da due componenti, una organica e una inorganica. La fase organica, detta matrice ossea è composta da fibre di collagene, che danno alle ossa robustezza ed elasticità, mentre la fase inorganica è composta da sali minerali. Pensa che le ossa contengono circa un chilogrammo di calcio e mezzo chilogrammo di fosforo.

L’osso colpito da osteomalacia si presenta meno denso rispetto a un osso normale proprio per il suo basso contenuto di sali minerali. So che quando hai letto bassa densità minerale ossea hai pensato subito all’osteoporosi, ma le patologie tra di loro sono nettamente diverse e ora ti spiego i perché.

Nell’osteomalacia, rispetto l’osteoporosi, prevale la componente proteica delle ossa rispetto quella minerale, mentre nell’osteoporosi le due componenti non sono affatto sbilanciate. Il tessuto osseo nell’osteoporosi conserva la perfetta proporzione di entrambe, quello che cambia è la quantità totale di tessuto che forma un segmento osseo.

Tra i sintomi dell’osteomalacia i più lamentati sono i dolori localizzati alle ossa, specialmente all’anca, che può costringere chi ne soffre a una camminata dal passo incerto e lento.

L’altra conseguenza di una carenza di vitamina D è la ben nota osteoporosi. L’osteoporosi consiste in una diminuzione progressiva della densità del tessuto osseo. Le ossa diventano man mano sempre più sottili e fragili, e questo assottigliamento con il tempo può portare a una deformazione della colonna vertebrale e a fratture frequenti, come quella del collo del femore.

L’osteoporosi colpisce gli uomini intorno ai 65 anni di età mentre le donne5 già verso i 40-50 anni a causa degli squilibri ormonali che si verificano nel corso della menopausa.

Come si diagnostica una carenza di vitamina D

Diagnosticare una carenza di vitamina D è abbastanza facile. Ovvio che per farlo hai bisogno di un medico, che procederà con un’anamnesi e prescrivendo un’analisi del sangue specifica in grado di indicare i livelli di vitamina D nel sangue.

Cosa fare contro una carenza di vitamina D

La prima cosa da fare nel caso ci sia una carenza di vitamina D è cercare di capire da cosa è stata causata.

Un deficit di vitamina D dipende per la maggior parte da una carente esposizione solare, come accade durante il periodo invernale o quando si passa troppo tempo al chiuso, e per la restante parte da un’inadeguata alimentazione.

Purtroppo, le fonti naturali di vitamina D sono poche e non sono consumate molto frequentemente, pertanto, nel caso in cui le analisi evidenzino bassi livelli di vitamina D, e previo parere del medico, è possibile ricorrere a un’integrazione naturale di vitamina D.

Un integratore di vitamina D può essere un valido aiuto per:

  • Chi vuole sostenere ossa e denti
  • Le donne in menopausa per evitare indebolimento osseo e fratture
  • Per chi passa troppo tempo lontano dai raggi solari (casa, ufficio)
  • Per le persone anziane per evitare che le loro ossa perdano densità

DKE + magnesio: l’integratore perfetto per integrare vitamina D

Ti consiglio DKE + Magnesio, un integratore naturale di vitamina D, vitamina K, Magnesio e vitamina E. Questi elementi sono utili per le ossa, ma anche per contrastare l’azione dei radicali liberi, principali acceleratori dei processi di invecchiamento. Al suo interno inoltre sono presenti la vitamina K2 e il magnesio, fondamentali per un corretto assorbimento della vitamina D.

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La vitamina K2 agisce attivando una specifica proteina chiamata osteocalcina6 che indirizza il calcio direttamente nelle ossa e nei denti, evitando così che possa depositarsi in altri distretti come i tessuti molli articolari, il rene e le arterie, con possibili pericolose conseguenze. Inoltre, è stato dimostrato che l’associazione vitamina K2 e D3 migliora la densità ossea.

Un recente studio7 pubblicato sulla rivista European Jornal of Epidemiology ha sottolineato che la buona salute del nostro apparato scheletrico non dipende solo dal calcio e dalla vitamina D, ma anche dal magnesio. Lo studio ha dimostrato che nelle persone anziane una corretta integrazione di magnesio riesce a ridurre il rischio di fratture di un bel 44%. Un risultato direi davvero degno di nota e da tenere in considerazione ogni volta che vuoi acquistare un integratore per le ossa.

Spero che l’articolo ti sia stato utile e che ti abbia fornito tutti gli strumenti necessari per evitare una carenza di vitamina D. Per ogni dubbio o curiosità ricorda sempre che puoi scrivere nei commenti, sarò felice di risponderti.

Ultimo aggiornamento il: 23/10/2023

Scritto da:

Dott. Stefano Censani
Biologo e Naturopata

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BIBLIOGRAFIA

Neurol Res. 2019 May 30:1-9. doi: 10.1080/01616412.2019.1622872. Vitamin D and the nervous system.. Bivona G, Gambino CM, Iacolino G, Ciaccio M.

2 Front. Psychiatry, 09 May 2019. The Relationship Between Serum Concentration of Vitamin D, Total Intracranial Volume, and Severity of Depressive Symptoms in Patients With Major Depressive Disorder. Dao-min Zhu, Wenming Zhao, Biao Zhang, Yu Zhang, Ying Yang, Cun Zhang, Yajun Wang, Jiajia Zhu and Yongqiang Yu.

3 Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia 2019 Jun 17 DOI: 10.23736/S0392-0488.19.06305-3 EDIZIONI MINERVA MEDICA. Vitamin D in trichology: a comprehensive review of the role of Vitamin D and its receptor in hair and scalp disorders. Giovanni DAMIANI, Rosalynn CONIC, Gloria ORLANDO, Anna ZAMPETTI, Elena MARINELLO, Manuela PIAI, Michael D. LINDER.

4 Pediatr Neonatol. 2019 Jun;60(3):237-244. doi: 10.1016/j.pedneo.2019.04.007. Epub 2019 Apr 17. Vitamin D and health – The missing vitamin in humans. Chang SW, Lee HC.

5 Ministero della Salute Osteoporosi.

6 Eur Rev Med Pharmacol Sci 2013; 17 (18): 2433-2440. Something more to say about calcium homeostasis: the role of vitamin K2 in vascular calcification and osteoporosis. R. Flore, F.R. Ponziani, T.A. Di Rienzo, M.A. Zocco, A. Flex, L. Gerardino, A. Lupascu, L. Santoro, A. Santoliquido, E. Di Stasio, E. Chierici, A. Lanti, P. Tondi, A. Gasbarrini.

7 European Journal of Epidemiology July 2017, Volume 32, Issue 7, pp 593–603. Low serum magnesium levels are associated with increased risk of fractures: a long-term prospective cohort study. Setor Kwadzo Kunutsor, Michael Richard Whitehouse, Ashley William Blom, Jari Antero Laukkanen.