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Il tuo farmaco anti-reflusso e il tuo intestino: una connessione da conoscere

Farmaco anti reflusso e intestino

Gli inibitori della pompa protonica – come omeprazolo, esomeprazolo, pantoprazolo o lansoprazolo – sono tra i farmaci più prescritti e utilizzati al mondo¹-². 

Nati per ridurre la produzione di acido nello stomaco, trovano largo impiego nella gestione di condizioni come reflusso gastroesofageo, gastrite e ulcera

Si tratta di farmaci importanti e rappresentano alleati preziosi per il trattamento di queste condizioni. 

Oltre alla loro funzione principale di ridurre l’acidità gastrica, gli inibitori della pompa protonica possono  modificare il modo in cui l’organismo interagisce con alcuni microrganismi, il cui passaggio normalmente viene limitato proprio dalla barriera acida dello stomaco³. 

Inoltre, rientrano tra i farmaci in grado di agire sul microbiota intestinale², ossia l’insieme dei microrganismi che popolano l’intestino e che contribuiscono a funzioni essenziali come la digestione, l’assorbimento dei nutrienti e la risposta immunitaria². In particolare, è stato osservato che gli inibitori di pompa protonica possono modificarne la diversità⁴. 

Ecco l’indice dettagliato degli argomenti che approfondiremo in questo articolo:

Leggi nei prossimi paragrafi cosa hanno osservato gli studi e quali strategie possono contribuire a sostenere l’equilibrio intestinale, un fattore importante per il benessere dello stomaco e in generale dell’organismo. Buona lettura!

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Inibitori della pompa protonica e barriera gastrica: cosa c’è da sapere 

Lo stomaco è un organo a forma di sacca, un po’ come una borsetta, che si trova nell’addome superiore, appena sotto lo sterno. La sua funzione è accogliere i cibi ingeriti e iniziare a trasformarli, grazie ai succhi gastrici.

Tra i succhi gastrici figura l’acido cloridrico (HCl) che, da un lato, favorisce la digestione e dall’altro agisce come barriera naturale contro molti agenti patogeni. Possiamo immaginarlo come il fossato di un castello medievale, un ostacolo che rende difficile l’ingresso agli “intrusi con cattive intenzioni”.

Quando la produzione di acido è eccessiva, può causare fastidi e disturbi, come reflusso e irritazioni della mucosa gastrica che, con il tempo, possono predisporre a lesioni più profonde. 

È qui che entrano in gioco gli inibitori della pompa protonica (IPP)

Si chiamano così perché agiscono bloccando la “pompa protonica”, un meccanismo presente nelle cellule dello stomaco, responsabile della secrezione di acido. In questo modo riducono in modo mirato e più o meno prolungato l’acidità gastrica, offrendo sollievo dai sintomi e preservando la mucosa.

Si tratta di farmaci che vanno assunti solo seguendo scrupolosamente le indicazioni del medico, sia per il dosaggio, sia per la durata del trattamento. 

 La loro azione –infatti– può rendere la barriera gastrica meno efficiente nei confronti di alcuni agenti patogeni.

Uno studio ecologico5 condotto nei Paesi Bassi ha osservato una potenziale associazione tra l’uso di inibitori di pompa protonica e un aumento dell’incidenza di campylobatteriosi. Si tratta di un’infezione intestinale causata da batteri del genere Campylobacter, spesso presenti in carne di pollo. I ricercatori suggeriscono che gli utilizzatori di IPP, dovrebbero essere aggiunti ai gruppi sensibili a cui dare informazioni specifiche sulla sicurezza alimentare. 

Un altro studio6, pubblicato sulla rivista Alimentary Pharmacology & Therapeutics ha osservato che l’uso di inibitori della pompa protonica è risultato associato a una maggiore probabilità di riscontrare un’infezione da Streptococcus pneumoniae, rispetto a chi non assumeva questi farmaci.

Lo sapevi?
Il succo gastrico non contiene solo acido cloridrico (HCl), contiene anche:

  • pepsina, un enzima che avvia la scomposizione e quindi la digestione delle proteine;
  • fattore intrinseco, proteina essenziale per il corretto assorbimento della vitamina B12.

Quest’ultima risente anche dell’ambiente acido dello stomaco, fattore essenziale per il mantenimento di livelli normali e funzionali nel sangue della vitamina7.

Una revisione8 pubblicata sul Journal of Pharmacy Practice and Research ha osservato che, nelle persone anziane, un fattore che può contribuire alla carenza di vitamina B12 è l’uso prolungato di alcuni farmaci, tra cui gli inibitori della pompa protonica, appunto. Questi medicinali riducono la secrezione acida gastrica e possono quindi diminuire la capacità di liberare la vitamina B12 dalle proteine alimentari, rendendone più difficile l’assorbimento.

Inibitori della pompa protonica e microbiota intestinale

L’intestino è un organo straordinariamente complesso, popolato da un fitto ecosistema di batteri, microrganismi e lieviti, conosciuto come microbiota intestinale.

Per il microbiota, noi esseri umani siamo l’“ospite” e viviamo con esso in un rapporto di scambio e reciproco vantaggio.

Questo ecosistema svolge un ruolo attivo in numerosi processi, tra cui l’assorbimento e la disponibilità di nutrienti. 

È noto che gli antibiotici possono modificare in modo significativo la composizione della flora intestinale, motivo per cui, durante queste terapie, viene spesso suggerita anche l’assunzione di probiotici.

Gli antibiotici non sono però gli unici medicinali in grado di interagire con la flora intestinale. Anche gli inibitori della pompa protonica possono influenzarne la composizione e incidere sulla sua diversità.

Un lavoro pubblicato sulla rivista Gut2 ha osservato che l’uso di inibitori della pompa protonica (IPP) potrebbe essere associato a una diminuzione della diversità del microbiota intestinale. In particolare, nei partecipanti allo studio sono risultati più abbondanti alcuni batteri come Streptococcus, Enterococcus e Staphylococcus, oltre alla specie Escherichia coli, considerata potenzialmente patogena.

Uno studio⁹ pubblicato sul Journal of Clinical Gastroenterology ha osservato che, in soggetti che hanno assunto inibitori della pompa protonica per almeno tre mesi, la concentrazione di batteri totali nello stomaco risultava più alta rispetto a chi non li assumeva, con un aumento in particolare dei coliformi, un potenziale indicatore di sovracrescita batterica. 

Nello stesso lavoro, gli autori hanno valutato l’effetto di un’integrazione di specifici ceppi di Lactobacillus per 15 giorni, osservando una riduzione dei batteri totali e dei coliformi nello stomaco, rispetto ai valori iniziali. Tra i ceppi utilizzati figuravano Lactobacillus rhamnosus e Lactobacillus plantarum.

Gli autori hanno concluso che una riduzione significativa dell’acidità intragastrica può favorire una sovracrescita batterica, fenomeno che, in alcune circostanze, potrebbe essere associato a disturbi intestinali, e che il ripristino di una fisiologica barriera gastrica potrebbe giocare un ruolo benefico, che vale la pena approfondire. 

Strategie di supporto al benessere del microbiota

Come ricordava Ippocrate, il benessere dell’organismo dipende dall’equilibrio armonico di tutte le sue parti. 

In quest’ottica, può essere utile sostenere l’equilibrio intestinale, elemento chiave per numerosi processi fisiologici, anche durante l’utilizzo di alcune terapie. 

Tra le strategie che possono trovare posto in uno stile di vita sano e in un’alimentazione varia ed equilibrata, rientra anche l’assunzione di probiotici, soprattutto nei momenti in cui l’intestino è messo a dura prova. Questi microrganismi vivi, se assunti in quantità adeguata, possono contribuire al benessere intestinale e favorirne l’equilibrio.

ProbioGea Intestino è un integratore 100 % naturale che contiene un complesso probiotico brevettato con Lactiplantibacillus plantarum PB S067 e Lacticaseibacillus rhamnosus LRH020, oltre a Bifidobacterium animalis subsp. lactis BL050.
La formula si arricchisce inoltre di ceppi attivi — tra cui Bifidobacterium longum, Bacillus coagulans e Saccharomyces boulardii, un lievito ad azione probiotica— scelti per offrire un approccio sinergico al benessere intestinale.

probiotici per intestino

Il tutto è racchiuso in capsule acido-resistenti, per una ragione ben precisa. Come visto in questo articolo, l’ambiente gastrico è fortemente acido e può ostacolare il passaggio dei batteri, anche quelli “buoni” come i probiotici.

Ecco perché è importante che arrivino vitali fino all’intestino, grazie a capsule progettate per superare la barriera gastrica.

Disclaimer
I nostri testi hanno scopo divulgativo, non vanno intesi come indicazione di diagnosi e cura di stati patologici e non vogliono sostituirsi in alcun modo al parere del Medico.

ProbioGea Intestino è un integratore alimentare: leggere le avvertenze in etichetta. 

Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta varia, equilibrata e di uno stile di vita sano.

Ultimo aggiornamento il: 15/10/2025

Scritto da:

Dott.ssa Laura Frisoni
Farmacista

il

Revisionato da:

Dott. Stefano Censani
Biologo e Naturopata

il 15/10/2025

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NOTE E BIBLIOGRAFIA

1 Shanika LGT, Reynolds A, Pattison S, Braund R. Proton pump inhibitor use: systematic review of global trends and practices. Eur J Clin Pharmacol. 2023 Sep;79(9):1159-1172. doi: 10.1007/s00228-023-03534-z. Epub 2023 Jul 7. PMID: 37420019; PMCID: PMC10427555.

2 Imhann F, Bonder MJ, Vich Vila A, Fu J, Mujagic Z, Vork L, Tigchelaar EF, Jankipersadsing SA, Cenit MC, Harmsen HJ, Dijkstra G, Franke L, Xavier RJ, Jonkers D, Wijmenga C, Weersma RK, Zhernakova A. Proton pump inhibitors affect the gut microbiome. Gut. 2016 May;65(5):740-8. doi: 10.1136/gutjnl-2015-310376. Epub 2015 Dec 9. PMID: 26657899; PMCID: PMC4853569.

3 de Jager CP, Wever PC, Gemen EF, van Oijen MG, van Gageldonk-Lafeber AB, Siersema PD, Kusters GC, Laheij RJ. Proton pump inhibitor therapy predisposes to community-acquired Streptococcus pneumoniae pneumonia. Aliment Pharmacol Ther. 2012 Nov;36(10):941-9. doi: 10.1111/apt.12069. Epub 2012 Oct 3. PMID: 23034135.

4 Zhernakova A, Kurilshikov A, Bonder MJ, Tigchelaar EF, Schirmer M, Vatanen T, Mujagic Z, Vila AV, Falony G, Vieira-Silva S, Wang J, Imhann F, Brandsma E, Jankipersadsing SA, Joossens M, Cenit MC, Deelen P, Swertz MA; LifeLines cohort study; Weersma RK, Feskens EJ, Netea MG, Gevers D, Jonkers D, Franke L, Aulchenko YS, Huttenhower C, Raes J, Hofker MH, Xavier RJ, Wijmenga C, Fu J. Population-based metagenomics analysis reveals markers for gut microbiome composition and diversity. Science. 2016 Apr 29;352(6285):565-9. doi: 10.1126/science.aad3369. Epub 2016 Apr 28. PMID: 27126040; PMCID: PMC5240844.

5 Bouwknegt M, van Pelt W, Kubbinga ME, Weda M, Havelaar AH. Potential association between the recent increase in campylobacteriosis incidence in the Netherlands and proton-pump inhibitor use – an ecological study. Euro Surveill. 2014 Aug 14;19(32):20873. doi: 10.2807/1560-7917.es2014.19.32.20873. PMID: 25139075.

6 de Jager CP, Wever PC, Gemen EF, van Oijen MG, van Gageldonk-Lafeber AB, Siersema PD, Kusters GC, Laheij RJ. Proton pump inhibitor therapy predisposes to community-acquired Streptococcus pneumoniae pneumonia. Aliment Pharmacol Ther. 2012 Nov;36(10):941-9. doi: 10.1111/apt.12069. Epub 2012 Oct 3. PMID: 23034135.

7 Döscherholmen A, Ripley D, Chang S, Silvis SE. Influence of age and stomach function on serum vitamin B12 concentration. Scand J Gastroenterol. 1977;12(3):313-9. doi: 10.3109/00365527709180933. PMID: 866993.

8 Mouchaileh, N. (2023), Vitamin B12 deficiency in older people: a practical approach to recognition and management. J Pharm Pract Res, 53: 350-358. https://doi.org/10.1002/jppr.1897

9 Del Piano M, Pagliarulo M, Tari R, Carmagnola S, Balzarini M, Lorenzini P, Pane M. Correlation between chronic treatment with proton pump inhibitors and bacterial overgrowth in the stomach: any possible beneficial role for selected lactobacilli? J Clin Gastroenterol. 2014 Nov-Dec;48 Suppl 1:S40-6. doi: 10.1097/MCG.0000000000000256. PMID: 25291126.