Le problematiche relative ad un riposo rigenerante e ristoratore appaiono sempre più frequenti e diffuse nella nostra società.
Stili e ritmi di vita che ci hanno inculcato il concetto della massima efficienza e della prontezza di risposta ad ogni sollecitazione, hanno portato ad assumere come normale e scontato un atteggiamento di continuo stato di allarme e tensione.
Ciò è ormai imprescindibile sul lavoro ma anche in situazioni apparentemente più rilassate come lo studio, la famiglia, le relazioni sociali, possiamo osservare come spesso tutto sia scandito da tempi, scadenze e impegni sempre più pressanti ed irrinunciabili, il che mette in moto un meccanismo di competizione continua fra la persona ed il tempo a sua disposizione.
Se era possibile comprendere lo stress come fattore di rischio per managers e responsabili di alto livello, ora vediamo comunemente che categorie assolutamente lontane da tali ipotesi soffrono sempre più apertamente di tali problemi. Studenti e impiegati, casalinghe ed operai, professionisti e artigiani e finanche pensionati ed anziani spesso manifestano la tipica sintomatologia stressogena, anche in assenza di obbiettive motivazioni.
Cos’è lo Stress?
A livello fisiologico lo stress è un fenomeno normale ed anzi utile, in quanto ci permette di reclutare energie e risorse particolari nello svolgersi di eventi particolarmente impegnativi. Nella fase di stress viene attivato il nostro sistema nervoso autonomo, in particolare il ramo Simpatico, quello che utilizza come mediatore sinaptico l’adrenalina. Tipiche sono le reazioni di risposta di “attacco e fuga” che vengono svolte da ogni organismo animale in maniera pressoché automatica di fronte a fenomeni improvvisi e potenzialmente pericolosi. In questi momenti, dietro lo stimolo adrenalinico del Simpatico e la secrezione conseguente di cortisolo, si mobilizza tantissima energia che verrà utilizza dal soggetto per reagire rapidamente e nel modo migliore alla stimolazione o alla presunta minaccia. Tali eventi fanno consumare dall’organismo molta energia e inducono modificazioni fisiologiche come l’aumento della tensione dei muscoli e dei tendini, la diminuzione della funzione degli organi interni, l’accelerazione del battito cardiaco e della respirazione, l’aumento di pressione arteriosa e della reattività nervosa.
Tutto ciò solitamente ha una durata contenuta ed alla cessazione dello stimolo scatenante entra in funzione l’altro ramo del sistema nervoso autonomo, quello Parasimpatico. Esso rilascia acetilcolina come neurotrasmettitore ed induce la regressione degli stimoli adrenalinici, un rilassamento generale e la terminazione dello stato di allarme e di tutte le modificazioni fisiologiche da esso indotte.
In questo modo l’organismo riesce a gestire normalmente nel tempo cicli consecutivi fra “allarme” e “relax”.
Cosa accade quando non torna la calma
Il problema sorge quando lo stimolo per la scarica adrenalinica del Simpatico tende a permanere nel tempo e a divenire praticamente costante; ecco che così continuiamo a vivere continuamente una attivazione adrenalinica, anche in assenza di una reale motivazione, che farà permanere il nostro organismo in uno stato di alterata, permanente tensione.
Nel tempo aumenterà e diverrà costante il consumo eccessivo di energia che sarà sempre più difficile da recuperare inducendo stanchezza cronica e astenia, la tensione muscolare e tendinea si trasformerà in problematiche infiammatorie e dolorose alle articolazioni (schiena, collo, spalle), gli organi interni diminuiranno la loro funzionalità ed accuseranno fastidi (ulcere, acidità, coliti), l’apparato cardiovascolare e respiratorio sarà sottoposto nel tempo a gravi potenziali problematiche (aritmie, infarti, ipertensione, asma), il sistema nervoso andrà incontro a progressiva degradazione delle sue qualità (confusione, irritabilità, ansia).
Il ruolo del riposo notturno
Il sonno è una fase fisiologica di fondamentale importanza per l’interruzione degli stimoli eccitatori che possono far permanere lo stato di attivazione adrenalinica; la perdita progressiva della durata e della qualità del sonno è infatti uno dei chiari segnali che stiamo procedendo nell’acuirsi di tale situazione infausta.
E’ importante in queste fasi reagire opportunamente alla situazione e non commettere invece errori molto comuni ed anche gravi. Prendiamo ad esempio l’uso a volte esagerato di caffè durante la giornata. Se ci sentiamo stanchi dopo un lungo periodo di stress e magari di insonnia, ecco che ricorriamo ad eccitanti alcaoidi (caffeina) per rimanere comunque efficienti e per rimediare al senso di stanchezza, spossatezza e poca lucidità mentale che sentiamo. In questo modo però purtroppo non facciamo altro che aumentare la stimolazione adrenalinica e la presenza di cortisolo nel sangue, il che non potrà che ripercuotersi nel tempo ancor più gravemente su tutte le varie situazioni negative che possiamo presentare.
Come interrompere la fase di “allarme”
Possiamo quindi comprendere che è invece utile e necessario interrompere il trend “eccitatorio” che abbiamo intrapreso, cercando il modo di ripristinare la fisiologica alternanza del ritmo Simpatico/Parasimpatico. E’ lo stesso ritmo che assicura la naturale consecutività di veglia e sonno, in fasi apparentemente opposte ma che, solo in questo modo, permettono il recupero di energie e capacità ed il loro successivo migliore impiego.
Pensieri continui, ossessivi, negativi, tensioni fisiche e mente autoattivante, questi sono le tipiche sensazioni che conoscono bene coloro i quali possono trovarsi nel pieno della notte, per ore, a rimuginare pensieri ed inseguire un rilassamento che non arriva. Sono i classici sintomi derivanti dall’attivazione adrenalinica Simpatica eccessiva, quella che deriva dallo stato di stress continuato e non scaricato, anche se la persona apparentemente sembra tranquilla e controllata.
E’ infatti proprio quel controllo, basato su un contenimento costrittivo di timori, rabbie o tensioni, che se pur ci appare come la soluzione migliore per superare il nostro stato di stress, ne impedisce invece il normale scarico e l’innestarsi del fisiologico periodo di recupero e rilassamento Parasimpatico. In tutti questi casi, oltre al fondamentale approccio con un proprio personale percorso di cambiamento di abitudini e tendenze dello stile di vita attraverso anche alla messa in pratica di azioni semplici ma concrete (passeggiate, svago e tempo per sé, yoga o pratiche di rilassamento, ecc.), può essere utile abbinare l’uso di integratori che apportino un valido sostegno all’abbassamento del tono adrenalinico (Simpatico) ed alla ripresa della fisiologica alternanza con quello Parasimpatico.
Prima che tali disturbi nell’alternanza sonno/veglia e della qualità del riposo diventino tali da richiedere l’intervento farmacologico del medico, fase che poi può presentare difficoltà per una successiva uscita dal farmaco, è pertanto utile poter far uso di integratori a base vegetale che possono permettere un approccio più delicato e naturale ma altrettanto efficace alla problematica dell’insonnia.
Una soluzione 100% naturale
SERENA NOTTE Salugea è un prodotto adeguato a questa necessità in quanto contiene validi apporti, sia nella qualità delle specie vegetali contenute che nella quantità di corrispondenti attivi naturali, adeguati per recuperare gradatamente questo nuovo equilibrio del rimo veglia/sonno, migliorando la qualità e la profondità del riposo ed estendendone la durata, riducendo il numero degli episodi di risveglio notturno e diminuendone le fasi di veglia attiva.
Il grande vantaggio dell’utilizzo di estratti vegetali per il conseguimento e il mantenimento di un sonno profondo e riposante è che essi non inducono assuefazione e dipendenza, se assunti nelle dosi e nelle modalità indicate, permettendo così nel tempo una autonoma riconquista delle capacità di dormire, mitigandone alla base la causa scatenante, l’eccessiva attivazione adrenalinica.
Estratti vegetali chiave
Valeriana (Valeriana officinalis):
Le radici di questa pianta erbacea, dal caratteristico odore pungente, contengono una serie di sostanze utili alla distensione ed al rilassamento nervoso. Le sostanze attive presenti sono: olio essenziale (borneolo, acido valerenico e valeranone), iridoidi, tannini, lignani, alcaloidi, aminoacidi liberi (tiroxina, arginina, glutamina). Ad oggi la Valeriana è la pianta più comunemente utilizzata per il trattamento dell’insonnia ed è menzionata nelle Farmacopee ufficiali di moltissimi paesi. Essa è considerata una valida alternativa naturale alle benzodiazepine per il trattamento dei disturbi del sonno; essa tende a ridurre il tempo di latenza necessario ad addormentarsi, la frequenza dei risvegli notturni, il prolungamento della durata del riposo notturno migliorandone la qualità e, conseguentemente, il benessere dell’individuo durante la giornata. Il meccanismo d’azione dei suoi costituenti è ben conosciuto: gli esteri degli acidi valerianici e gli iridoidi hanno la capacità di inibire l’enzima (GABA-transaminasi) preposto alla degradazione metabolica del neurotrasmettitore acido gamma-aminobutirrico (GABA). Questo mediatore chimico è responsabile nella regolazione della trasmissione neuronale in tutto il sistema nervoso della sensazione di rilassamento e anche dell’induzione del sonno. Non a caso, molti farmaci ad azione calmante, miorilassante, anticonvulsivante e ipnotica, agiscono stimolando proprio i recettori del GABA. Per la presenza dei suoi principi attivi, la Valeriana possiede proprietà sedative, rilassanti e ipnoinducenti, cioè favorenti il sonno; è indicata anche in tutti i disturbi associati all’insonnia come ansia, agitazione nervosa, depressione reattiva, nevrosi dovuta ad angoscia, nevrastenia o irritabilità, mal di testa, palpitazioni, ipertensione arteriosa nervosa, tremori, nevrosi gastrica, spasmi colici.
Escolzia (Eschscholtzia californica):
E’ una pianta di piccole dimensioni originaria del Centro America, capace di crescere su terreni caldi e aridi in prossimità delle zone desertiche. Durante la fioritura produce dei piccoli fiori di un bel colore giallo-arancio grazie ai quali viene comunemente chiamata “papavero dorato”. Le parti sommitali della pianta contengono un fitocomplesso ricco di alcaloidi neuroattivi, in particolare Protopina ed una serie di analoghi, fitosteroli, flavonoidi, carotenoidi. I maggiori effetti che le sono attribuiti riguardano la sua capacità sedativa ed antispasmodica. La tradizione popolare ne propone l’uso per affrontare casi di insonnia o stati di ansia e tensione nervosa. Una importante qualità di questa pianta è che esercita la sua attività senza causare stordimento al risveglio. Il meccanismo d’azione che determina i suoi effetti non è ancora stato chiarito; è stato ipotizzato che l’estratto di Escolzia possa inibire la degradazione enzimatica delle catecolammine e quindi mantenerne alti i livelli, interferendo con le loro vie metaboliche. Viene ipotizzato altrimenti che vi sia un coinvolgimento dei recettori per le benzodiazepine che risulterebbero maggiormente attivati. L’assunzione di Escolzia risulta comunque particolarmente indicata nei casi di insonnia, irritabilità, agitazione nervosa ed ansia ed ha effetti sedativi e antispasmodici. Riduce l’attività nervosa cardiaca normalizzando la pressione. Nell’uso prolungato non dà assuefazione. Favorisce l’addormentamento, migliora la qualità del sonno e diminuisce l’ansia senza provocare depressione del s.n.c. e non influenzando la lucidità mentale. Grazie alle sue proprietà antispasmodiche è utile nei crampi notturni, sindromi dolorose viscerali, emicrania, spasmi colici e biliari.
Luppolo (Humulus lupulus):
E’ una pianta rampicante erbacea perenne dotata di un grosso rizoma carnoso da cui si sviluppano fusti erbacei che si attorcigliano su qualsiasi sostegno trovino nelle vicinanze, fino a raggiungere un’altezza anche di sei-sette metri. Del Luppolo si utilizzano le infiorescenze femminili (coni o strobili) che vengono raccolti e che contengono il fitocomplesso molto ricco e articolato; i suoi componenti principali sono una resina ed un olio volatile. Nella resina è presente umolone, umolinone, adumolone e preumolone, mentre nell’olio essenziale sono presenti β-mircene, dipentene, alfacariofilene, farnesene che svolgono azioni spasmolitiche e sedative del sistema nervoso centrale. Questa pianta infatti possiede non indifferenti proprietà sedative ed è stata per questo fin dai tempi più antichi impiegata come calmante nervoso e coadiuvante del sonno. Le sue attività principali sono infatti quelle ipnotiche, sedative, calmanti ed antispasmodiche. Il suo utilizzo permette di affrontare gli stati di ipereccitabilità, tensione nervosa ed irritabilità, l’agitazione notturna e l’insonnia, gli spasmi e la reattività gastrica ed intestinale dovuti ad influssi nervosi. Utile anche nell’insonnia in menopausa grazie ad attivi fito-estrogenici.
Tiglio (Tilia platyphyllos et cordata):
Il Tiglio è una magnifica specie arborea originaria dell’Europa e del Caucaso diffusa nelle zone pianeggianti e collinari. E’ provvista di un robusto tronco, con una ramificazione densa e compatta e raggiunge i 25 m di altezza. E’ una specie decidua, la cui parte utilizzata in fitoterapia sono le infiorescenze. I fiori del tiglio molto profumati, di colore bianco-giallastro, riuniti in piccoli mazzetti portati da un peduncolo che origina dalla brattea laterale e che serve a favorire la disseminazione dei frutti, una volta maturi, ad opera del vento. La tipica e profumatissima fioritura del Tiglio avviene nei mesi di maggio-giugno. I principi attivi che troviamo nelle infiorescenze del Tiglio sono i flavonoidi, i tannini, le leucocianidine, i derivati dell’acido caffeico, i polisaccaridi. I fiori e la brattea del Tiglio hanno azione emolliente, decongestionante, vasodilatatrice, antispasmodica, ipotensive e sedative, rappresentano un buon rimedio terapeutico nell’insonnia e possono essere somministrati anche ai bambini. Il Tiglio è impiegato tradizionalmente negli stati d’ansia, nell’insonnia, nelle palpitazioni di origine nervosa; il miglioramento della qualità del sonno non è dovuto a effetti ipnoinducenti bensì proprio alla sua capacità di mitigazione dell’ansia e dell’attivazione eccitatoria. Esso ha una buona azione sedativa a livello cerebrale, utile soprattutto nei soggetti ansiosi, ipereccitabili e con sintomi legati alla somatizzazione dell’ansia a livello dello stomaco e dell’intestino. Il meccanismo d’azione del fitocomplesso di questa pianta sembra essere in grado di legarsi ai recettori per le benzodiazepine presenti nel cervello, e ciò spiega la sua azione sedativa e ansiolitica. La sua azione determina un netto effetto ansiolitico ma senza causare effetti negativi sulle capacità cognitive. La sua azione sedativa è particolarmente utile nel bambino, data l’assenza di effetti collaterali documentati. Non provoca sonnolenza durante le ore del giorno né assuefazione. Il Tiglio possiede azione antispasmodica e lenitiva e può essere quindi utile sui disturbi e le manifestazioni psico-somatiche specie a livello dei visceri come la somatizzazione dell’ansia a livello addominale, nervosismo tensivo e irritabilità gastro-intestinale.
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